« Giunto all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: “Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?”. A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: “Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci”. Egli disse loro: “Andate!”. Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio » (Mt 8,28-34).
In questo capitolo Matteo mette in luce in modo crescente il potere che promana dall’autorità di Gesù. Gesù ha il potere di vincere le malattie, domina le forze della natura (la tempesta del lago) e anche gli spiriti malvagi lo temono e sono dominati da lui. Gesù non è l’unico a praticare esorcismi in quel territorio e al suo tempo (cfr. Mt 12,27). Il suo modo di operare si staglia su quello degli altri in modo evidente e decisivo. Gli altri usavano vari strumenti: incenso, medicine, anelli, trucioli di legno, rami d’ulivo o ciotole d’aqua. A volte suonavano musica o emettevano suoni speciali. Ancora oggi spesso ci si aspetta qualcosa di simile anche da esorcisti cristiani (e non mancano esempi di pseudo-esorcisti che li usano…). Gesù al contrario non fa uso di mezzi o tecniche speciali; caccia i demòni semplicemente con un comando (8,32; 17,18; Mc 1,25; 9,25; Lc 4,35; 8,29). In secondo luogo mentre gli altri esorcisti a volte dicevano delle preghiere, Gesù non prega mai durante gli esorcismi. Lui si basa solo sul suo potere, che è unito a quello dello Spirito di Dio (cfr. Mt 12,28). In terzo luogo, gli altri esorcisti invocano spesso un’altra autorità o un nome potente per ottenere il loro risultato. Così nella tradizione ebraica era spesso invocato il nome di Salomone, conosciuto per il suo potere esorcistico. Gesù invece non invoca mai un altro nome per espellere i demòni, neppure quello di Dio, ma li scaccia con la sua autorità e il suo potere. « Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Gesù l’ha praticato; è da lui che la Chiesa deriva il potere e il compito di esorcizzare [cfr. Mc 1,25 ss; Mc 3,15; Mc 6,7; Mc 6,13; 1673 Mc 16,17]. In una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato “grande esorcismo”, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabilite dalla Chiesa. L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. È importante, quindi, accertarsi, prima di celebrare l’esorcismo, che si tratti di una presenza del Maligno e non di una malattia [cfr. Codice di Diritto Canonico, 1172] » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1673). L’esorcismo è una faccenda molto seria, con la quale è prudente non scherzare. Privatamente chiunque lo può fare (ed è lodevole farlo: l’ultima richiesta del Padre Nostro – liberaci dal male [dal Maligno] – è un esorcismo), pubblicamente solo il presbitero con il mandato esplicito del vescovo. Contravvenire a questa norma può essere molto pericoloso: « Alcuni Giudei, che erano esorcisti itineranti, provarono anch’essi a invocare il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: “Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica!”. Così facevano i sette figli di un certo Sceva, uno dei capi dei sacerdoti, giudeo. Ma lo spirito cattivo rispose loro: “Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?”. E l’uomo che aveva lo spirito cattivo si scagliò su di loro, ebbe il sopravvento su tutti e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite » (At 19,13-16). Ma è sempre pericoloso rivestirsi indebitamente di un’autorità che non si ha, parlando e giudicando a destra e a manca, senza essere autorizzati a farlo. Figuriamoci poi sbeffeggiare o prendere in giro i detentori dell’autorità di Cristo (il Papa e i vescovi in comunione con lui). « chi disprezza voi, disprezza me » (Lc 10,16). Rinunciare o respingere consapevolmente l’autorità di Gesù, vuol dire mettersi sotto l’autorità di Satana. Per essere amici di Gesù bisogna credere liberamente in Lui. Per essere amici di Satana è facoltativo…