In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”» (Lc 10,1 – 9)
L’autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli si avvicina con grande rispetto alla parola di Dio. Egli non intende per nulla promuovere la sua persona, pertanto non dice nulla di sé, neanche il nome. Evangelista un po’ “straordinario”, mette in luce l’amore misericordioso di Dio verso l’umanità sofferente, soprattutto verso i peccatori, i pubblicani e le prostitute. Celebri sono le parabole del povero Lazzaro, del figliol prodigo e del ricco Epulone. Luca aveva uno spiccato senso del sociale, basato sull’amore fraterno e sulla condivisione dei beni. E’ assente ogni discriminazione tra uomo e donna: anche per questo è il più ampio narratore degli eventi riguardanti la Vergine Maria. Si pensa fondatamente che egli fosse medico, o per lo meno un uomo di buona cultura, per il modo con cui parla delle malattie e dei malati nel Vangelo.
Uno dei sacramenti più disattesi – che invece porta grazie meravigliose – è quello dell’Unzione dei malati. Nell’esperienza della Chiesa, persone non ancora pronte al santo viaggio, dopo la Sacra Unzione hanno ripreso vita in modo imprevedibile, per disporre di un certo tempo che li ha riconciliati con Dio e preparati all’incontro con Lui. «Con la Sacra Unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio» (CCC 1499).
L’Unzione degli infermi non è solo il sacramento di coloro che sono in fin di vita, sebbene il tempo idoneo per riceverlo sia quando il malato inizia ad essere intaccato dalla malattia o dalla vecchiaia. E’ opportuno ricevere l’Unzione prima di un intervento chirurgico rischioso. Lo stesso vale per le persone anziane, la cui debolezza si accentua.
La tradizione mostra che questo sacramento era assolutamente pubblico. Al capezzale del malato tutto il paese accorreva in processione, recitando le preghiere. Veniva posta un’immagine di Maria Assunta in fondo al letto del malato e tutto esortava all’unione con Cristo nella Passione, all’offerta delle sofferenze, e questo spingeva il malato alla perseveranza nella fede, essendo la vittoria finale ormai vicina.