Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. (Mt 19, 27-29)
Dio vede e provvede. “Cercate prima il regno di Dio e il resto verrà in sovrappiù”. È un’affermazione del vangelo che ricorre frequentemente e che tocca da vicino la vita quotidiana della Chiesa Cattolica. Tante volte ci viene chiesto in che modo affrontiamo tutte le elevate spese legate al culto. Gli edifici ecclesiastici hanno un costo tutt’altro che irrilevante. Stesso quesito, ancor più stupefacente, è legato agli ordini di clausura.
Tante volte la gente si stupisce del fatto che vivano di pura carità. Ma altrettanto è constatabile in modo solare, che dove si cerca il Regno di Dio con sincerità – basta osservare il volto di un’autentica consacrata, tramite le grate dei parlatori dei monasteri – vi è un senso sacro, senso immediato della presenza onnipotente di Dio, che è connaturale all’uomo, ma che cresce giorno per giorno nell’anima dei battezzati.
“Affida a Dio ogni tua opera, egli la porterà a compimento”. In tutte le nostre giornate, alla sera, ci rendiamo conto che il nostro calice trabocca. Dio stesso è esuberante di vita e desidera per noi vita abbondante. Regine Pernoud, storica del Medioevo francese, descrive il momento meraviglioso del cuore della cristianità, tra l’XI° e il XIII° secolo in Francia, in piena epoca comunale. Fervore di fede, di demografia, lavoro, ricchezza e soprattutto di generosa carità, da parte delle confraternite laiche, che permisero l’edificazione delle bellissime cattedrali gotiche francesi, che anche oggi possiamo ammirare. Quando il mondo cattolico si coordina, per affrontare un’incombenza reale, opera prima spiritualmente, nella preghiera, dopo di che è generalmente travolgente nella carità.
Dove vi è fedeltà al Santo Rosario e di conseguenza all’Eucarestia, constatiamo sempre come non vi sia mai alcun cedimento innanzi ai fatti della vita, tutto viene santamente affrontato e alla fine emerge la grazia del Nostro Signore Eterno. Così Pietro – non vi era ancora il celibato ecclesiastico, che si affermerà nel giro di pochi anni – poté svolgere la sua missione perché la moglie acconsentì liberamente a questa scelta e la comunità cristiana si fece carico delle esigenze famigliari dei consacrati, senza passi forzati, ma tutto condiviso e mai a nessuno venne a mancare nulla.