« [Fratelli] voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle Potenze dell’aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo » (Ef 2,1-10).
Siamo salvati per grazia, cioè per misericordia. Che cosa è la misericordia? È un cuore che si piega su una miseria. È dono, ma dono per eccellenza, cioè “per-donum”, dove il “per” è un rafforzativo che sta a significare un dono specialissimo, che ci raggiunge senza nessun nostro merito.
La misericordia è un concetto che costituisce una particolare difficoltà per l’uomo moderno. Implica infatti un bisogno che viene colmato per pura grazia, senza che il soccorso sia minimamente dovuto. Il perdono non è un diritto! Se c’è una cosa che disturba l’uomo moderno è proprio questo: il dipendere da un gesto di bontà non dovuta…
L’uomo moderno auspica una società in cui tutto sia giustizia e solo giustizia, in cui non ci sia più spazio per la misericordia e quindi per l’amore. Perché meravigliarsi allora che quando è riuscito a tradurre i suoi auspici (le sue ideologie) in realtà, ha creato degli orribili inferni su questa terra? La misericordia implica il riconoscimento di una dipendenza radicale.
Ma la mia libertà allora dove va a finire? Essa è importantissima: solo io, liberamente, posso riconoscere di avere bisogno e solo io, liberamente, posso accogliere questo aiuto immeritato. La misericordia è all’opposto del relativismo etico, per cui non esisterebbe nessun male e nessun bene in se: sarebbe bene solo ciò che io liberamente scelgo ed sarebbe male solo ciò che sono costretto a fare… No!
Se accolgo la misericordia, riconosco che c’è un bene che avrei dovuto fare, ma che non ho fatto e un male che non avrei dovuto fare e che, invece, ho fatto. Il perdono, la misericordia è un atto di liberazione. Se faccio il male, che riconosco come male, faccio quello che in fondo non vorrei fare e se non faccio il bene, che riconosco come bene, non faccio quello che, in fondo, vorrei fare.
Il perdono mi guarisce e mi libera… Accogliere, desiderare, chiedere, cercare il perdono è l’esercizio più vero ed autentico della nostra libertà.
Il Santo del giorno: San Paolo della Croce Sacerdote