« Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: “Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. Gli disse Nicodèmo: “Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” » (Gv 3,1-8). Nicodemo va da Gesù di notte. È il momento in cui i rabbini dispensano gli insegnamenti segreti. Nicodemo va dunque da Gesù per conoscere il nocciolo segreto del suo insegnamento. Ed ecco la risposta: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio» (Gv 3,3). Il testo greco ha «ánothen» «dall’alto», mentre la Volgata latina ha «denuo» «di nuovo». I due testi, nella sostanza non si contraddicono: nascere per uno che è già nato vuol dire comunque nascere di nuovo. E non può essere lo stesso nascere, ma un nascere in altro modo. «Dall’alto» appunto. È forse possibile entrare di nuovo nel seno della madre? Chiede incredulo Nicodemo. Gesù risponde parlando di una nascita spirituale, ma non nega affatto il ruolo di una madre! La nascita è opera dello Spirito, ma una madre non è esclusa, anzi è richiesta dall’analogia della fede. La vita eterna ci è portata dal figlio di Dio fatto uomo. È attraverso l’esistenza terrena di Gesù e la sua redenzione che la vita divina è offerta all’uomo: «Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,11-12). Questa vita divina è ad immagine di lui, primogenito di molti fratelli (cfr. Rm 8,29). Lui è nato da Spirito e non da carne (cioè non da padre umano). Tuttavia ha avuto una madre: «nato da donna» (Gal 4,4). Così deve essere allora anche per il cristiano. Deve rinascere ad immagine di Gesù. E se questa rinascita è spirituale, ma assolutamente reale, così anche per lui vi deve essere una maternità spirituale, ma assolutamente reale. Qual’è questa maternità Gesù non lo dice esplicitamente nel dialogo con Nicodemo, ma lo dirà con tutta chiarezza dall’alto della croce: «Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese fra le sue realtà più care» (Gv 19,26-27).
Pare allora che il senso più nascosto, più segreto, del ruolo di Maria nel mistero della redenzione sia questa sua maternità spirituale. La vita divina, la grazia – che è conformazione al Verbo incarnato – viene da Dio per suo tramite ad ogni credente. Si tratta di una nuova nascita, nascita mistica (cioè «misteriosa»), per cui la nascita delle membra è già in qualche modo contenuta in quella del Capo. È di questa nascita che Gesù parla a Nicodemo. Maria ha generato Gesù non solo in sé stesso, ma nella consapevolezza di concepire e dare alla luce il redentore della natura umana, il primogenito di una moltitudine di fratelli, il Capo di un mistico corpo che è la Chiesa. La generazione in Maria non è avvenuta come un fatto meramente biologico, ma come un evento soprattutto spirituale: «all’annunzio dell’angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo» (Cost. dogm. Lumen gentium, n. 53). Il concilio qui riecheggia una frase che ricorre nei Padri come un ritornello: Maria ha concepito «prima con il cuore e poi con il corpo». «Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma … cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza. Infatti, come dice s. Ireneo, ella “obbedendo divenne causa della salvezza per sé e per tutto il genere umano”» (Ibidem). Dunque chi viene alla grazia viene alla vita ed è generato da Maria, che ben più di Eva merita il titolo di «madre dei viventi». Questa generazione continua per così dire lungo tutta la vita terrena di grazia fino al parto della rivelazione della gloria dei figli di Dio… Anche il credente che non lo sa – o, in buona fede, lo rifiuta – vive ciò nonostante di questa sublime maternità, vive come un bimbo nel seno di questa dolce madre, in attesa di raggiungere la pienezza della vita in Cristo. Ma è giusto e certamente meglio saperlo. Chi vive questo mistero di grazia con piena consapevolezza è pervenuto al «Segreto di Maria». L’azione di Maria è misteriosa: essa riassume e significa per così dire tre realtà: la sua azione di Madre del Redentore e di tutti i salvati per mezzo di questa unica Redenzione; l’azione della Chiesa, di cui è membro eminente; l’azione dello Spirito che non ama manifestarsi, agisce sempre “da dietro”, sfugge strutturalmente ad ogni rappresentazione definita (è la sua “personalità”). La relazione tra Maria e la Chiesa si è manifestata esplicitamente nel triduo santo: in quel brevissimo periodo intercorso tra la morte di Gesù e la sua Resurrezione, Maria rimase l’unica credente. Non l’unica a voler bene a Gesù: tutti i suoi discepoli rimasero affezionati al maestro: le pie donne, gli apostoli, perfino Giuda che, dopo aver compiuto, probabilmente per delusione, il terribile gesto del tradimento, poi si pentì di aver tradito l’amato Maestro. Gli mancò però la fede nella sua infinita misericordia… L’unica a conservare la fede fu Maria, che, essendo l’unica credente, si identificò materialmente con la Chiesa, la ‘società dei credenti’. La Chiesa è, per così dire una creazione dello Spirito Santo: ecco il legame misterioso tra Maria, la Chiesa e lo Spirito Santo. Ma allora i credenti sono figli di Maria, della Chiesa o dello Spirito Santo? Di tutte queste realtà misteriosamente legate, assolutamente diverse, ma analogicamente unite. La devozione a Maria è l’ingresso, facile e alla portata di tutti, in questo affascinante mistero dal triplice volto.