• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
    • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno – Don Piero
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / “I medici depenalizzano il suicidio assistito. Vergogna”

“I medici depenalizzano il suicidio assistito. Vergogna”

7 Febbraio 2020 - Autore: Andrea Morigi

Di Andrea Morigi da International Family News del 07/02/2020

Da tempo si era al punto in cui è la legge a fare la morale, perché alla morale non è più consentito indirizzare le leggi. Il declino della civiltà giuridica italiana, poi, ha compiuto un altro passo. Ora sono i giudici, a colpi di sentenze, a produrre le norme del diritto, perché i legislatori non ne sono in grado. A completare il ribaltamento del principio di sussidiarietà, gli Ordini professionali abdicano al proprio ruolo di coscienza delle categorie che rappresentano, per adeguarsi alla malattia che ha contagiato il corpo sociale.

Così ha fatto ieri, 6 febbraio, anche il Consiglio della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FNOMcEO) integrando il Codice deontologico che, all’articolo17, prevede che il medico, anche su richiesta del paziente, non debba né attuare né favorire atti finalizzati a provocarne la morte. D’ora in poi però, ha deciso il Consiglio nazionale FNOMcEO, composto dai 106 presidenti degli Ordini territoriali, non sarà più punibile dal punto di vista disciplinare, dopo attenta valutazione del singolo caso, il medico che liberamente sceglie di agevolare il suicidio, ove ricorrano le condizioni poste dalla Corte Costituzionale nella sentenza resa nota il 25 settembre 2019. La Consulta aveva depenalizzato il suicidio medicalmente assistito, in caso di «patologia irreversibile» e segnata da sofferenze «fisiche o psicologiche» ritenute «intollerabili». Ma non aveva affatto chiesto una modifica al Codice Deontologico.

Si tratta in realtà di una prassi che si consolida, dopo l’archiviazione da parte dell’Ordine dei medici di Udine del caso relativo alla morte, il 9 febbraio 2009, di Eluana Englaro (1970-2009). Il 31 agosto 2010 era stata stabilita «la prevalenza del diritto dell’autodeterminazione del paziente, diritto ricostruito attraverso la decisione della magistratura, che aveva parlato di “consenso presunto”», dal momento che Eluana, a causa dell’incidente d’auto del gennaio 1992, viveva da allora in uno stato vegetativo permanente. Finiva così archiviato, a un anno dall’apertura, il procedimento disciplinare nei confronti del dottor Amato De Monte, il medico anestesista che, nel febbraio del 2009, fu a capo dell’équipe che applicò il protocollo in esecuzione della sentenza della Corte d’Appello di Milano.

Ieri, l’Ordine nazionale dei Medici è andato oltre, dichiarandosi incapace di decidere sulla «libera scelta del medico di agevolare, sulla base del principio di autodeterminazione dell’individuo, il proposito di suicidio autonomamente e liberamente formatosi da parte di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, che sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli (sentenza 242/19 della Corte Costituzionale e relative procedure)». Pertanto «il Consiglio nazionale Fnomceo, composto dai 106 presidenti degli Ordini territoriali, ha così voluto aggiornare il Codice dopo la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che ha individuato una circoscritta area in cui l’incriminazione per l’aiuto al suicidio non è conforme alla Costituzione. Si tratta dei casi nei quali l’aiuto riguarda una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale (quali, ad esempio, l’idratazione e l’alimentazione artificiale) e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma che resta pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Se ricorrono tutte queste circostanze, oltre ad alcune condizioni procedurali, l’agevolazione del suicidio non è dunque punibile da un punto di vista penale».

Agli psichiatri che accertino, nelle condizioni di sofferenza «intollerabili» citate dalla Corte, la volontà del paziente di anticipare l’ora della morte, ai medici che, considerando terapie l’idratazione e l’alimentazione, lo condannino a concludere anticipatamente la propria esistenza per fame e sete, anche se in stato di sedazione profonda, non si chiede più di svolgere un servizio alla vita, ma alla morte.

Foto da articolo

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa, Fine vita

Info Andrea Morigi

Aderisce ad Alleanza Cattolica nel 1988. È direttore responsabile della rivista “Cristianità”, ai sensi della legge 8 febbraio 1948, n.47.

Giornalista professionista, lavora al quotidiano "Libero" dalla sua fondazione. È stato redattore capo del mensile “Percorsi di cultura, politica, economia”. Ha lavorato all’agenzia di stampa “Contropinione”. Ha collaborato con il quotidiano “Secolo d’Italia” e varie altre testate e siti web.

Consigliere dell'Associazione Lombarda Giornalisti.

Nel 2011 ha pubblicato con Hamza Massimiliano Boccolini, per Mursia, Media e Oriente.

Nel 2004 ha pubblicato, per Piemme, Multinazionali del terrore.

Ha curato la redazione di La libertà religiosa nei Paesi a maggioranza islamica. Rapporto 1998 e dei successivi Rapporti sulla libertà religiosa nel mondo dal 2000 al 2014, per "Aiuto alla Chiesa che soffre".

Collabora dal 1993 con l’emittente cattolica “Radio Maria”.

Footer

Alleanza Cattolica

via del Teatro Valle 51, 00186 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2021 Alleanza Cattolica · Accedi