
In questa fase, l’obiettivo di Salvini appare un altro: intanto occorre riconquistare uno spazio politico sottrattoci dalla Francia, che finora ha tentato di spadroneggiare nella Libia occidentale, dove vi sono anche asset strategici per il nostro Paese, come gli impianti petroliferi dell’ Eni.
Senza dimenticare che Macron deve ancora mantenere la promessa di ospitare Oltralpe 9mila rifugiati provenienti dall’Italia, ricorda Salvini.
Eppure non è detto che siamo lontani dall’ obiettivo, spiega a L’Aria che tira, su La7, l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, perché «in quei Paesi la trattativa è un’arte: il primo “no” significa “vediamo”, il “vediamo” significa “forse” e il “forse” significa sì. Quindi non mi spaventa il fatto che la Libia al momento abbia detto di no agli hotspot in territorio libico. Si tratta di convincerli e l’ Italia ha buoni argomenti per riuscire a farlo». Lo ribadisce anche il presidente dell’ Europarlamento, Antonio Tajani, in un suo intervento sul quotidiano tedesco Die Welt: «Seguendo l’esempio dell’accordo con la Turchia, che ha chiuso la rotta balcanica, l’Ue deve investire almeno sei miliardi di euro per chiudere le rotte del Mediterraneo».