
Di Andrea Morigi da Libero del 25/04/2019. Foto redazionale
Tutte le generose aperture della sinistra nei confronti dell’islam finiscono contro il muro dei temi etici: «Un cittadino di fede musulmana non dovrebbe aderire a ideologie che vogliono disintegrare la tradizione della famiglia, specialmente quando si parla di coppie gay, coppie di fatto, utero in affitto, teorie gender e così via», spiega a Ofcs Report Cristian Karim Benvenuto, fondatore del giornale online Daily Muslim. Pensavano che fosse sufficiente schierarsi a favore della liberalizzazione delle moschee per portare dalla loro parte i fedeli di Allah, ma i compagni hanno fatto male i loro conti.
SCELTE POLITICHE
L’onda del sovranismo lambisce anche le comunità dei convertiti italiani. I quali, di fronte alla politica, si comportano esattamente come tutti gli altri: vi è chi «non si reca alle urne o quello che vota per l’estrema destra», anche se poi «diventa difficile dialogare con chi si ostina a vedere l’islam e i musulmani non come un alleato naturale, ma come nemico e causa della decadenza italiana, nonostante ci dichiariamo di destra, fieri del nostro retaggio e della nostra italianità». Benvenuto, leccese, 35 anni, è stato fino a sei mesi fa presidente del dipartimento regionale per le politiche migratorie per la Puglia di Fratelli d’Italia. Ora ha fondato l’Associazione Nazionale musulmani italiani.
Un’altra sigla, in quel frastagliato e litigioso mondo, diviso fra appartenenze e obbedienze esterne, ma che punta «a minimizzare “il controllo straniero” sulle attività sociali e culturali». Anche perché, «i rubinetti da parte degli Stati esteri si stanno sempre più chiudendo». Meglio un po’ di sana autarchia.L’espressione «musulmani sovranisti», in realtà, è farina del sacco di un altro italiano convertito, Omar Camiletti, 67 anni, impiegato della Grande Moschea di Roma, ma con il cuore da sempre a destra. Tanto che l’estate scorsa aveva scritto una lettera aperta al vicepremier Matteo Salvini, spiegandogli che l’immigrazione selvaggia non è l’islam, come non lo sono nemmeno le culture di alcuni Paesi d’origine degli stranieri ospiti in Italia. Parlando al telefono con Libero, Camiletti si schiera anche contro quei progetti di concessione automatica della cittadinanza tanto cari al Pd e a una parte dei vescovi cattolici come lo ius soli, da respingere come «un’idea campata in aria», che «dividerebbe le famiglie».
LOTTA ALL’ESTREMISMO
Prima di condannare i pregiudizi degli italiani, suggerisce, «occorre combattere una battaglia culturale contro l’estremismo, sin dai suoi inizi. Se augurare buon Natale o buona Pasqua ai cristiani è considerato tradimento», osserva, «significa che vi sono dei punti critici». Riconoscerlo è importante per evitare che «si finga che i terroristi dello Sri Lanka non siano islamici, né che alla stazione Termini di Roma non sia accaduto che un cristiano è stato quasi sgozzato da un musulmano perché portava un crocifisso al collo».
L’accusa è rivolta agli «imam delle moschee etniche», che agiscono come «lupi travestiti da agnelli» e «fanno di tutto per distinguersi dal resto della popolazione».
Così però si formano «società separate», mentre l’obiettivo dichiarato di Camiletti è «costruire l’islam europeo», attraverso la «coesione nazionale», dove «il fattore Italia deve essere il collante». Più sovranisti di così…