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Il pensiero del giorno:

27 Maggio 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre » (Gv 16,23b-28).

Prima della morte e della risurrezione, tante volte i discepoli hanno interrogato Gesù sulla sua rivelazione e il suo ritorno al Padre (13,36; 14,5; 8,22; 16,17-18), ma dopo la resurrezione non lo interrogano più. Lo Spirito della verità ormai li istruisce “dal di dentro” sul significato della croce. Il mistero di questa crescita nella Sapienza avviene mediante la preghiera assidua e perseverante, compiuta con umiltà e “nello Spirito Santo”. « Quando Gesù confida apertamente ai suoi discepoli il mistero della preghiera al Padre, svela ad essi quale dovrà essere la loro preghiera, e la nostra, allorquando egli, nella sua Umanità glorificata, sarà tornato presso il Padre. La novità, attualmente, è di chiedere nel suo Nome [cfr. Gv 14,13]. La fede in lui introduce i discepoli nella conoscenza del Padre, perché Gesù è “la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14,6). La fede porta il suo frutto nell’amore: osservare la sua Parola, i suoi comandamenti, dimorare con lui nel Padre, che in lui ci ama fino a prendere dimora in noi. In questa nuova Alleanza, la certezza di essere esauditi nelle nostre suppliche è fondata sulla preghiera di Gesù [cfr. Gv 14,13-14]. Ancor più, quando la nostra preghiera è unita a quella di Gesù, il Padre ci dà l’ “altro Consolatore perché rimanga” con noi “per sempre, lo Spirito di verità” (Gv 14,16-17). Questa novità della preghiera e delle sue condizioni appare attraverso il Discorso di addio [cfr. Gv 14,23-26; Gv 15,7; Gv 14,16; 2615 Gv 16,13-15; Gv 16,23-27]. Nello Spirito Santo, la preghiera cristiana è comunione di amore con il Padre, non solamente per mezzo di Cristo, ma anche in lui: “Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16,24) » (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2614-2615). Quali sono le potenze che “fanno” la storia? Certamente la potenza militare che schiaccia gli oppositori, quella economica che li compra, quella ideologica che li seduce. Se però abbiamo capito un po’ più a fondo le parole di Gesù, non dobbiamo dimenticare che c’è una potenza nascosta che è in grado di sconfiggere tutte queste potenze: la preghiera. La preghiera non schiaccia, non compra e non seduce, ma fa entrare in una vita nuova. Essa è tanto più pericolosa per le potenze di questo mondo in quanto è normalmente disprezzata e non considerata… L’occhio di Sauron non si prende cura di due insignificanti nanerottoli (due Hobbit!) che si inerpicano sulle falde del monte Fato… Ma proprio da lì verrà la sua sconfitta.

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