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Il pensiero del giorno: Lc 8,1-3

22 Settembre 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni » (Lc 8,1-3).

Luca nella sua opera (un unico libro che comprende il Vangelo e gli Atti) mette in rilievo la provvidenziale presenza di alcune donne nella vita di Gesù e della Chiesa. La notizia di donne al seguito di Gesù non è affatto scontata. Sappiamo dalle fonti ebraiche che alcune donne avevano una cultura biblica notevole (cfr. Talmud di Babilonia, trattato Shabbat 116a – 116b) ma nessun Rabbino avrebbe mai accolto una donna nel suo discepolato e – soprattutto – non ne avrebbe fatto pubblicità. La prassi di parlare con una donna in pubblico era decisamente scoraggiata: Gv 4,27. Alcune sono qui nominate esplicitamente: Maria di Magdala, Giovanna moglie di Cuza e Susanna. Maria è originaria di Magdala, una città di 40000 abitanti (secondo Flavio Giuseppe) posta sulla riva occidentale del lago di Genezaret, a nord di Tiberiade. Gesù l’aveva liberata da sette (un numero significativo che implica un concetto di completezza-pienezza) demòni. La sua situazione era dunque assai tragica. La tradizione cristiana la identifica con una pubblica peccatrice, una prostituta, e con la sorella di Lazzaro dallo stesso nome. I dati storici non lo affermano, ma non sono neppure in grado di escluderlo. Anzi, molti elementi rendono la cosa plausibile. Questo brano appare infatti come il seguito dell’episodio della peccatrice appena narrato (7,36-50). Maria Maddalena seguì Gesù fino sotto la croce, partecipò alla sua riposizione nel sepolcro e fu la prima testimone della sua resurrezione, di cui – per prima – diede l’annuncio (cfr. Mt 27,56.61; 28,1; Mc 15,40-47; 16,1.9; Lc 23,59; 23,49.55; 24,10; Gv 19,25; 20,1.11-18). Con tutta probabilità era nel gruppo di donne a cui accenna Luca in At 1,14. Giovanna, moglie di Cuza, è presente ancora in 24,10 (Mc e Mt non la nominano). L’Erode di cui si parla è Erode Antipa, che risiedeva a Tiberiade (cfr. 3,1). Di Susanna (“Giglio”) non sappiamo nulla essendo nominata solo qui. Gesù era un pellegrino senza patria e senza riposo (9,58) e gli apostoli ne condividevano la vita. Gesù accoglie le donne perché abbiano una parte attiva nella sua vita. Sono in genere facoltose e mettono i loro beni a disposizione di Gesù, che diversamente dai dottori giudei, non rifiuta i loro aiuti e anche la loro compagnia (cfr. Lc 10,38-42). Nelle vicende della Passione dimostreranno un coraggio ed un attaccamento decisamente superiore agli uomini. « Maria di Magdala e le pie donne che andavano a completare l’imbalsamazione del Corpo di Gesù, [cfr. Mc 16,1; Lc 24,1] sepolto in fretta la sera del Venerdì Santo a causa del sopraggiungere del Sabato [cfr. Gv 19,31; Gv 19,42], sono state le prime ad incontrare il Risorto [cfr. Mt 28,9-10; Gv 20,11-18]. Le donne furono così le prime messaggere della Risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli [cfr. Lc 24,9-10] » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 641).

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