
« Allora gli dissero: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo “. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! » (Gv 6,24-35).
Gesù viene sfidato a compiere di nuovo il miracolo della manna, come Mosè. Gli chiedono un segno di credibilità e, per questo pongono le loro condizioni. Gesù dà certamente un segno che è in collegamento con la manna, ma che va ben oltre il segno della manna. Risponde, ma non alle loro condizioni.
La manna aveva certamente un’origine celeste (è il « il pane dal cielo »), ma non era in grado di portare gli israeliti al loro destino celeste (« I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti » 6,49). Era infatti un cibo deperibile; andava raccolta ogni mattina (Es 16,21) e, se veniva conservata nella notte, imputridiva (Es 16,19-20).
Gesù fa sì che il Padre, che era all’origine anche della manna, doni il pane “vero”, un pane che non deperisce e che comunica la vita eterna. L’Eucaristia rimane un paradosso e uno scandalo che mette in crisi e alla prova la vera fede. Non per nulla nella liturgia è chiamato semplicemente, ma radicalmente, il “mistero della fede”.
Il Santo del giorno: San Luigi Maria Grignion da Montfort, Sacerdote