« Poi vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: “Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito”. Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: “ Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!” E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà esistevano e furono create” » (Ap 4,1-11).
La storia della salvezza narrata dalla Bibbia e di cui il libro dell’Apocalisse è il riassunto profetico che comprende anche il futuro fino alla fine definitiva è – insieme – storia della salvezza e storia dell’anti-salvezza. Storia della Provvidenza e storia dell’anti-provvidenza.
La Scrittura, proprio in apertura, ci dice che il male non è una sostanza, una natura. Il primo racconto della creazione è inframmezzato da un ritornello che dice – non a caso per sette volte -: «E Dio vide che era cosa buona»! Dio ha fatto tutto (sette) bene. Il male non è una cosa, una natura. Se tale fosse – e così era descritto nelle cosmogonie dei popoli circostanti Israele – sarebbe insuperabile.
Non si può cambiare la natura delle cose. Peggio: posto che la natura l’ha fatta Dio, il male risiederebbe ultimamente in Dio. È questo un pensiero che effettivamente è venuto in mente a chi ha riflettuto più in profondità su un male così concepito. Pensiamo alla Cabala, a Hegel influenzato dal pensiero cabbalistico e al pensiero gnostico in genere.
No, il male non è una natura, ma il risultato della scelta disordinata di un essere libero. «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16) e ha voluto che altri partecipasse alla sua vita di amore. Senza nessuna necessità, ma per pura bontà, «per grazia». Così ha creato esseri liberi, perché solo nella libertà si può entrare nell’amore. Si può costringere uno a fare qualsiasi cosa, non lo si può costringere ad amare.
Ma la libertà di uno spirito finito comporta la possibilità del «no». Questo è il male. L’Apocalisse ci mette davanti agli occhi uno scontro terribile, radicale, cosmico, “apocalittico”… Nello stesso tempo però, paradossalmente, è uno scritto di consolazione, perché ci rivela che questa guerra è vinta! È già vinta!
Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo Apostoli