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Il pensiero del giorno

24 Luglio 2023 - Autore: Don Andrea Nizzoli

Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”.  Ed egli rispose loro: “Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta.  Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!” (Mt 12, 38-42) 


Le divinità pagane esercitavano il loro potere in un territorio limitato e quindi si veneravano solo in certi luoghi, presso certi popoli, entro certi confini. La pensava così anche Giona, che cercava di sfuggire al Signore andando per mare e uscendo dai confini di Israele, patria del Signore. Ma la mano di Dio lo raggiunge anche sul mare: “Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra” (Sal 139, 9). Questa mano di Dio sembra essere una punizione, ma invece è quella che salva.  La consapevolezza della vicinanza di Dio in tutte le circostanze è una delle fondamentali esperienze della fede viva.

Un’antica leggenda raccontava che nel profondo del mare vi abitava un mostro, “il Leviatan”, che divorava tutto, ed era il simbolo della distruttività delle acque. Gettare Giona nel mare era come seppellirlo, gettarlo nel regno della morte. Ma un pesce lo inghiotte e dopo tre giorni lo rigetta sulla spiaggia, restituito alla vita. L’acqua, a causa del peccato, è luogo di morte ma la redenzione di Cristo la restituirà alla vita. Giona è il simbolo e la prefigurazione della morte e della resurrezione di Cristo. Lo stesso mare che ci sommerge, per l’intervento divino ci libera, perché è penetrato dalla potenza del Signore. Gesù opera diversi miracoli per avvalorare la sua dottrina, ma non viene creduto, per cui l’unico segno concesso sarà la sua stessa morte e risurrezione. Chi non accoglierà neanche questo segno, resterà nella propria malizia. Quest’ultimo miracolo è il segno di Giona. 

San Charbel (Giuseppe) Makhluf Sacerdote

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