In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». (Lc 5, 33-39)
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che il digiuno e l’astinenza “ci preparano alle feste liturgiche, contribuiscono a farci acquistare il dominio sui nostri istinti e la libertà del cuore” (N° 2043). La cultura occidentale odierna non è più legata al dualismo materia/spirito o al pregiudizio contro tutto ciò che è carne, com’era in certe antiche eresie. Piuttosto il problema è il materialismo, da cui deriva il consumismo ad oltranza che tutti possiamo constatare. Il digiuno è di grande ausilio a non lasciarci travolgere da questo andazzo che riduce gli esseri umani a dei consumatori distratti, che mai veramente gustano interiormente quanto consumano. E’ quanto si osserva in modo macroscopico, passeggiando per le vie principali del centro città, dove si susseguono un numero impressionante di tavole calde, pizzerie e quant’altro, tutte componenti delle nostre “città grasse”. Legato al digiuno è quel prezioso frutto dello Spirito Santo che è “il Dominio di sé” (Galati 5, 19), fonte perenne di libertà del cuore. Esso predispone all’incontro con Dio che è spirito.
Un prefazio della quaresima fa questo elogio del digiuno: “Con il digiuno quaresimale tu vinci le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi la forza e doni il premio”.
Esistono oggi forme alquanto alternative al digiuno e all’astinenza dai cibi, ma sicuramente urgenti. Un detto molto antico, che in alcune fonti è attribuito a Cristo stesso, parla di “digiuno dal mondo”. Possiamo praticare un digiuno dal fumo, dagli alcolici e superalcolici, con grande giovamento anche fisico. Ma più importante ancora è digiunare dall’immagine violenta e sensuale che oggi è divenuta il veicolo principale dell’ideologia del mondo e della carne, tramite tutta la sfera informatica.
Nel discorso sul pane di vita di Cafarnao, nel Vangelo di Giovanni, viene citata una frase che eleva in senso eucaristico tutto quanto riguarda il digiuno: “Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà”. (Gv 6, 27)