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Il pensiero del giorno

1 Maggio 2021 - Autore: Don Andrea Nizzoli

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. (Mt 13,54-58)


Si scandalizzano a Nazareth delle parole sapienti che escono dalla bocca di un falegname. L’uomo della Sindone ha grosse mani da lavoratore, nel senso più materiale del termine. Il carpentiere di allora, dava forma alla materia grezza unicamente con la forza delle proprie braccia. Queste mani operaie sono quelle che hanno salvato il mondo. Un carpentiere, dopo trent’anni di officina, riceve la missione divina di salvare l’umanità. All’istante, è difficile credere che una persona che abbiamo sempre visto intento a plasmare la materia grezza, abbia ricevuto questa chiamata. Eppure, è dell’essenza del cristianesimo che Dio tocchi la materia, entra anche nella vita con i suoi accadimenti banali di tutti i giorni. E’ possibile percepire la voce divina, anche nelle parole della gente che incontriamo. Nessuno inizia dicendo “ Così dice il Signore “, tipico dei profeti, ma in ogni voce è celata la Provvidenza divina. Se ne avvede solo chi cerca Dio e la sua Parola.

E’ un tendenza della psicologi umana, lesa dal peccato originale, di identificare le persone con i propri limiti e peccati. Gesù nel Vangelo rovescia completamente questa miopia. Vai al cuore. Tutto dipende da con che cuore li vivi. Puoi ripetere tutti i giorni gli stessi gesti, ma sono quello che Dio vuole. Non potresti fare oggi nulla di meglio, ti impegnano massimamente, hanno un buon sapore e il frutto è mellifluo. Anche il peggiore vicino di casa è libero di spalancare le porte a Cristo e presentarsi domani mattina pieno di grazia. Di Lui dicevano che faceva bene ogni cosa. Con gli occhi del corpo si nota solo questo, ma ad uno sguardo più profondo, Gesù appariva casto. Cioè non possiede nulla per sé, ma tutto ha ricevuto in sovrabbondante dono dal Padre, e tutto porge altrettanto abbondantemente al prossimo. Nessuno è un eroe per il proprio cameriere, dice un antico proverbio. Per Gesù siamo tutti potenziali santi. Ogni volto può splendere della luce del Padre. Ogni uomo e donna sono un mistero dell’amore di Dio, di cui è impossibile annoiarsi.

Libero dal peccato, adesso traffica i tuoi talenti. Lavorativi anzitutto. Giacchè la Bibbia, alla fine, culmina in due realizzazioni: capacità lavorativa anzitutto e quindi capacità famigliare. Gesù ti libera dal peccato e così libera i tuoi talenti lavorativi verso un santo traffico benedetto da Dio.

Scopri la tua vocazione lavorativa e sii lavoratore appassionato. Vicino ad un tabernacolo accade sempre questo: dalle fede, l’incarnazione del lavoro cattolico della famiglia cattolica.

Il mondo viene trascinato verso un terrestre paradiso. E’ bello osservare i gesti di certi anziani operai, nella loro vocazione operaia. Mani che sono un tutt’uno con l’attrezzo che usano. Ricordo come osservavamo uno di essi, che reggendo mazza e piastra, batteva grossi telai di acciaio inox deformati da lunghe saldature, del valore di migliaia di euro. Alla fine, in pochi minuti, tutto rientrava in perfetto squadro. Come facesse, nessun ingegnere è mai riuscito a spiegarlo. Non ho alcun dubbio che fosse grazia di Dio. Nonostante l’infosfera, non è previsto che l’uomo diventi puro spirito. I carpentieri e i tecnici, ci vorranno sempre. Senza di loro non si può fare la città, dice il libro del Siracide.

Chi è senza lavoro si rivolga con fede a San Giuseppe.


San Giuseppe Lavoratore

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