In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli» (Mt 5,17 – 19)
Capita anche oggi di sentire interpretazioni della Bibbia che vorrebbero eliminare l’Antico Testamento, quasi fosse opera di un Dio giustiziere da contrapporsi al Dio-amore del Nuovo Testamento. In realtà il Signore, che è un eccellente pedagogo, ha tessuto un piano di accompagnamento dell’umanità che parte dalla vita naturale biologica, per condurci alla conoscenza del suo Figlio unigenito, accoglierlo di cuore e così ricevere il potere di diventare noi pure Figli nel Figlio. «Il disegno divino della Rivelazione si realizza ad un tempo “con eventi e parole” che sono intimamente connessi tra loro e si chiariscono a vicenda. Esso comporta una “pedagogia divina” particolare: Dio si comunica gradualmente all’uomo, lo prepara per tappe a ricevere la rivelazione soprannaturale che egli fa di sé stesso e che culmina nella persona e nella Missione del Verbo incarnato, Gesù Cristo» (CCC 53).
Inizialmente, al tempo dei padri nella fede, Dio si manifestò in maniera molto plateale, con fenomeni atmosferici macroscopici, allo scopo di abituare l’umanità alla Sua presenza e al Suo intervento nella storia come Onnipotente Signore e Creatore. Tramite Mosè, conduce il suo popolo nel deserto e gli dona la legge del Decalogo.
Nel deserto non vi sono distrazioni, commettere peccato contro la legge del Signore ha conseguenze immediate, non eludibili. Così, Dio guida il suo popolo all’amore della legge di libertà, che sono i Comandamenti. Nonostante il santo re Davide, Salomone e i profeti, nessun uomo dell’Antico Testamento riesce, però, ad essere fedele alla Legge. Troppo grave è il peccato originale: era quindi indispensabile l’azione di salvezza del Messia, che paga di persona il prezzo del riscatto. Gesù è il nuovo Principio e Fondamento, che ci conduce dalla «valle di lacrime» alla dimora eterna. Cristo è il capo del nuovo popolo di Dio, che è la Chiesa. E’ la realtà della pedagogia divina, la quale parte dalla vita naturale per procedere, poi, verso i massimi valori spirituali e all’unione dell’anima con Dio.
Nella vita spirituale si attraversano due stadi: inizialmente domina l’Antico Testamento, ma lentamente ci si accosta al Nuovo. Il filosofo danese Soren Kierkegaard (1813-1855) descrive tre momenti di perfezionamento spirituale: estetico, morale, religioso. Inizialmente l’armonia e la bellezza, superiore alla quotidianità, insite nella Chiesa generano un grande interesse. Progressivamente, si sente l’esigenza di adeguare la propria condotta a questa evidente armonia e si passa alla morale. Da ultimo, si sente l’esigenza di un rapporto intimo e personale con Dio, che porti tutta la nostra vita ad essere coerente con la Sua volontà, mediante la preghiera. Quest’ultimo momento si attua solo tramite il Signore Gesù: ciò che avviene in precedenza, è solo preparazione a questo terzo momento. Come scrive san Paolo, «Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me» (Gal 2,20).