In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio (Mt 8,28 – 34)
Gesù, dopo aver placato i venti e il mare, simbolo delle forze del male, ora esercita il Suo potere sovrumano direttamente sui demoni. E’ il primo esorcismo narrato in Matteo in modo conciso, con una forte connotazione cristologica. Gesù appare «il più forte» (Mt 3,11), che sfida Satana sul suo territorio, cioè in terra pagana, dove spadroneggiava incontrastato. E’ il preludio della salvezza promessa anche ai pagani, già prospettata nell’episodio della guarigione del servo del centurione (Mt 8,11). La narrazione presenta due momenti: prima la liberazione degli ossessi e, poi, l’allontanamento di Gesù dal territorio in cui è avvenuto il miracolo.
Inizialmente vi è lo scontro tra Gesù e i demoni, che hanno alterato la relazionalità di due uomini al punto da condurli a vivere in un luogo solitario, dediti alla più irrazionale violenza verso il prossimo. L’evangelista sottolinea che i due erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella via, alludendo forse alla stessa via della Salvezza, che i demoni cercano di sbarrare ai pagani. L’accento è posto sul riconoscimento da parte dei demoni che Gesù è il Figlio di Dio, venuto anzitempo a tormentarli. I demoni riconoscono l’identità messianica di Gesù, Figlio di Dio, ma protestano che sia venuto a tormentarli prima del tempo perché, secondo la mentalità apocalittica giudaica, essi avrebbero detenuto il potere sull’umanità sino al momento del Giudizio finale, quando con l’instaurazione del Regno di Dio sarebbero stati precipitati nell’abisso del fuoco eterno. La loro scacciata in un anno tra il 26 e il 30 d.C. prova che con l’Incarnazione di Gesù ha avuto inizio il tempo escatologico, quindi il Kairòs (il tempo “opportuno”) della Salvezza era già in atto, il regno di Dio aveva fatto irrevocabilmente irruzione nel mondo. L’esorcismo prelude alla vittoria escatologica di Cristo e la rovina dei demoni nelle acque del lago è descritta in modo conciso, ma con una probabile allusione all’affondamento dell’esercito egiziano nel Mare dei Giunchi (Es 14,28). La fine ingloriosa dei demoni mette in risalto la forza irresistibile di Gesù e l’avvento del Regno.
Il rifiuto dei gadareni, nel secondo quadro di questa pagina evangelica, è sorprendente: Gesù è riconosciuto dai demoni, che scaccia vittoriosamente, ma è respinto dagli uomini che ha beneficato. Tutta la città era stata informata dei fatti prodigiosi, ma non era ancora giunto il tempo dei pagani, che Matteo fa iniziare solo con l’apparizione del Risorto sul monte in Galilea (Mt 28,19). Intanto continua «il tempo della pazienza di Dio» (Rm 3,26).
Dei discepoli non si fa menzione: probabilmente erano presenti, ma Gesù domina completamente la scena di questa narrazione, che vuole essere decisamente cristologica. Non vi è alcun motivo di dubitare dell’attendibilità storica del racconto, anche se amplificato con dettagli folcloristici e popolari.