In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo» (Mt 10,16 – 23).
Quando organizziamo un momento comune di qualunque genere, culturale, spirituale, ricreativo, verifichiamo con molta attenzione l’ambiente e le persone con cui ci poniamo in contatto. Gesù invia missionari dovunque, senza altra protezione che la Sua promessa di ausilio continuo. «Sarete come pecore in mezzo ai lupi».
L’immagine biblica è quella del santo re Davide quando, ancora fanciullo, fu inviato a combattere contro Golia, forte soltanto della sua amicizia con Dio: «Io vengo nel nome del Signore degli eserciti, che tu Golia hai offeso» (1Sam 17, 45). Il massimo esempio di affidamento alla Provvidenza di Dio, lo troviamo nel Nuovo Testamento, quando Gesù innanzi al procuratore Pilato, il quale affermava di avere potere di liberarlo e di ucciderlo, risponde senza nascondere nulla della sua fede: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto» (Gv 19,11). La Provvidenza di Dio supera ogni contingenza umana, opera secondo modalità più grandi dei nostri pensieri, guidata dalla sapienza dell’Emmanuele, il Dio con noi.
San Giovanni Climaco (525-603) scrive che se abbiamo il timore di Dio, tutti gli altri timori scompaiono. Non è facile interpretare la simbologia del serpente, che comunque non è un’animale “facile”, né simpatico. Dietro vi si vede sempre un astuto piano di attacco imprevedibile, quando lui è invece assai difficilmente ingannabile. E’ appunto questa la “prudenza del serpente” di cui parla il Vangelo odierno, che però è temperata dal candore della colomba, che evita il rischio di prestare troppa attenzione alla propria autodifesa. La colomba non è temuta da nessuno perché non attacca nessuno, prepara con molta cura il suo nido, che mantiene sempre pulito. Quest’aspetto richiama la vigilanza spirituale, con la pace e la bellezza che ne derivano, le quali disarmano i nemici, mostrando loro quella pace che manca terribilmente loro e ciò che potrebbero essere vivendo nella Verità.
E’ quel che si dice anche di Maria Santissima, contro cui nessuno ha osato mai alzare un dito o proferire verbo. Lei è la via della bellezza dell’anima, porta subito sentimenti di pace legati alla Verità, alla totale assenza di ignoranza spirituale e di errore. Lei è guida immancabile all’esperienza interiore e sensibile di Dio nella pace che sa dare solo il Figlio Suo.