In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,46 – 50)
Dio, quando si propone, non costringe mai l’interlocutore ad accettarlo, rispetta la nostra libertà e, spesso, sembra averne pienamente bisogno. Ama edificare anime vere, cioè cercatrici appassionate della sua volontà, quindi autenticamente libere. L’obbedienza a Dio spalanca le porte del mondo alla verità e alla salvezza. Dio ci ha creati come frutto del suo amore infinito, per questo vivere secondo la sua volontà è il cammino per trovare la nostra autentica identità, la verità del nostro essere, mentre allontanarsi da Dio significa allontanarsi da noi stessi e ci precipita nel vuoto. Il Figlio riceve dal Padre non la somiglianza del volto fisico, piuttosto la somiglianza perfetta del cuore (inteso in senso spirituale): tutta la sua volontà, tutta la sua conoscenza. Egli pensa ciò che pensa il Padre e non fa altro se non ciò che vede fare dal Padre (Gv 5,19). Il Figlio incarnato ha rivelato agli uomini lo stesso pensiero e la stessa volontà del Padre. Se noi eseguiamo la volontà del Padre e pensiamo come Dio ci ha rivelato, partecipiamo alla filiazione divina, entriamo nella vita divina della SS. Trinità. Gesù, però, ha detto anche un’altra cosa: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». Queste parole sono da comprendere come un’analogia rispetto alla realtà terrena della parentela umana. Sulla terra il Figlio di Dio nacque da Maria, in un momento storico che è centro della storia, ma la sua nascita si prolunga nel tempo. Egli penetra sempre più nel mondo, fino alla sua Seconda venuta. Quelli che ascoltano le parole di Dio e le mettono in pratica continuano la funzione della Madre di Dio, affinché alla fine Dio sia tutto in tutti.
Tutto ebbe inizio con il “fiat” di Maria all’annuncio dell’angelo, che le portava la volontà di Dio. E’ interessante vedere nelle icone l’atteggiamento di questo messaggero divino. Gli angeli, servitori di Dio, in genere sono dipinti in atteggiamento umile verso Dio e verso i santi. Nell’icona dell’Annunciazione, al contrario, l’angelo appare estremamente deciso. E’ messaggero del più importante intervento divino della storia, perciò Maria, Regina degli angeli, s’inchina profondamente davanti a lui e il suo corpo assume un movimento simile alla forma dell’arpa, con cui accetta di suonare, assieme aòlo Spirito Santo, l’eterno cantico della Salvezza.
L’obbedienza nella fede è la vera libertà, l’autentica redenzione, che ci permette di unirci all’amore di Gesù nel suo sforzo di conformarsi alla volontà del Padre. La Redenzione è sempre questo processo di condurre la volontà umana alla piena comunione con la volontà divina.
Quanti sforzi vediamo oggi, allo scopo di edificare un’unica cultura e un’uniforme società umana che superi i particolarismi e i confini nazionali. Tentativi veramente poco fruttuosi, soprattutto se volgiamo lo sguardo alle tante vestigia della società cristiana medievale che ancora splendono in Europa. Edificata sulla fede nel Signore Gesù, rinforzando la parentela dei singoli con l’unico Signore eterno e Padre di tutti, con la cultura latina, tracimante di termini nati approfondendo il Vangelo, senza perdere il senso di appartenenza alla società universale cristiana e tenendo lo sguardo puntato verso l’orizzonte ultraterreno, la luce del cosiddetto “Medioevo” splende tutt’oggi e rappresenta una memoria vivente di cosa più produrre l’unione di tutti i popoli quando si pone al servizio del Re dei Re.