In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!» (Mt 13,36 – 43).
Tutte le religioni e le filosofie si pongono il problema dell’origine del male. Le favole, che risalgono in genere a tradizioni letterarie antichissime, dichiarano che esista un dualismo originale. Due forze, due poteri e due tipi di uomini si combattono a vicenda, ma non si sa qual è la loro origine. Però si afferma ottimisticamente che i buoni sono più forti e alla fine vincono sempre. La Bibbia, al contrario, non ammette il dualismo. Esiste un solo Dio, creatore del cielo e della terra, e tutto ciò che esiste è buono (Gn 1,4). Il male è venuto nel mondo dall’uomo, dal suo libero consenso. Ma consenso a che cosa?
Nel Paradiso terrestre si è insinuato il serpente. Nel cuore umano, che è il paradiso interiore, arriva il serpente sotto forma di pensieri cattivi. Abbiamo tante ispirazioni: quelle che vengono da Dio sono buon seme, quelle cattive sono disturbo, zizzania. Con il nostro consenso sia le prime che le seconde possono prendere radici nel suolo del nostro cuore. Il male entra nel cuore con un pensiero cattivo. Ci vengono tanti pensieri, ma non tutti sono cattivi, molti conducono al bene. Come distinguerli? Gli autori spirituali parlano di “discernimento degli spiriti” partendo dal principio che l’uomo possa essere influenzato anche da ciò che va oltre la realtà visibile. Esiste un mondo soprannaturale in cui si svolge una continua lotta fra il bene e il male. I Padri del deserto egiziano fissano dei principi di discernimento ricavati dalla loro stessa esperienza. Il primo è che ciò che turba e toglie la pace viene dal maligno: Dio all’anima dà solo la pace. Evagrio Pontico compilò un elenco di otto pensieri maligni che nella teologia dei secoli successivi diventeranno i sette vizi capitali. Lo scopo dei Padri è insegnare all’uomo a distinguere il bene dal male e a rendersi conto da dove essi hanno origine.
I cattivi pensieri arrivano sempre all’improvviso e proprio quando siamo più fragili, più disposti a cedere. Bisogna vigilare sempre. La pace interiore è condizione necessaria per pregare senza distrazioni. In modo figurato possiamo dire che è indispensabile porre alla porta del cuore un angelo con la spada infuocata, simbolo della vigilanza, che chieda ad ogni pensiero che vuole entrare: da dove provieni? Da Dio o dal maligno?