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Il pensiero del giorno

31 Luglio 2021 - Autore: Don Andrea Nizzoli

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù (Mt 14,1 – 12).


Giovanni il Battista fu il Precursore, il messaggero di Dio per eccellenza e propriamente il suo nunzio, perché additò al mondo l’Agnello di Dio.

Secondo il grande Padre della Chiesa Origene di Alessandria (185 – 232), questo fatto è da intendersi in via dogmatica. Cioè: esiste sempre un precursore nella fede di tutti noi. Cristo continua a venire nelle anime e le incontra, ma qualcuno ha preparato il terreno, perché avvenisse una felice comprensione della proposta cristiana. Possono essere i genitori, gli educatori e chiunque si propone come cattolico ed è realmente santuario di Dio. Questi mostra la grande efficacia di quanto Gesù ci ha insegnato, con quella costante presenza priva di contraddizioni anche di fronte a questioni spinose. La morte è sotto i loro piedi, la preghiera con Gesù è un dialogo «Cor ad Cor». Il cuore è protetto e salvato, edificato in maniera splendida, come un Paradiso interiore da cui promana un profumo seducente ogniqualvolta si va a contatto con qualcosa che lo riguarda. L’opposto delle terre aride perché prive di Dio e delle fughe disperate, tuffate nel lavoro o in tutto ciò che inebria, tipiche della nostra epoca. Basterebbe accettare una carezza di vita eterna proveniente dall’Uomo della croce per divenire sale della terra e luce per il mondo.

Gesù aveva una grande stima di Giovanni Battista. Noi stessi, se siamo presso l’altare del Re dei Re, abbiamo senz’altro avuto contatto con persone che sono state per noi autentici precursori della nostra fede: è proprio il caso di ringraziarle e stimarle. La fede del Battista era alimentata da una grande serietà e da una notevole coerenza nel rapporto col suo Signore: era impregnato e sedotto dal gusto di Dio, mediante l’osservanza della sua Legge, come poteva fare un uomo dell’Antico Testamento. La Verità compatta che emerge dalla sua presenza affascina e attira folle nel deserto. Dice il Vangelo stesso che anche Erode Antipa era sensibile a Giovanni e lo ammirava: è proprio in virtù di questa familiarità che il Precursore ammonì il tetrarca circa il suo rapporto adulterino con una donna che non era sua moglie.

Erode è l’uomo che tentenna, non prende posizione anche quando il precursore della sua salvezza è chiaramente innanzi a lui. Finisce miseramente per essere determinato da circostanze assai banali, dopo una lauta e alcoolica cena, attratto da una ballerina, figlia di una perfida amante. Una grande festa termina col sapore triste e amaro del peccato mortale, la peggiore delle disillusioni.

Per questo una persona «tanto più progredirà in tutte le cose spirituali, quanto più uscirà dal suo proprio amore, volere e interesse», come scrive sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali (n.189). Questa affermazione è ritenuta la sintesi degli stessi Esercizi spirituali. Il loro fine è liberarci da quei sentimenti, prodotti da ignoranza e errori, che intaccano l’intelligenza e la volontà, impedendoci di sentire la realtà per come essa è. Si può vivere la verità su se stessi solo se si esce dal delirio delle nostre illusioni e delusioni.


Sant’Ignazio di Loyola Sacerdote

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