In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante (Lc 4,31 – 37).
Non è possibile comprendere il male finchè non conosciamo il suo contrario. «L’unica realtà del male è quella del bene che annienta» (Nicolas Gomez Dàvila). Solo quando ci rendiamo conto che tutto il bene si concentra nella persona di Gesù Cristo accettiamo la realtà che anche il male è un elemento personale, il mistero di Satana, l’avversario. All’inizio le concezioni sul diavolo erano assai vaghe, e anche il Vangelo usa a proposito il linguaggio delle credenze popolari di quel tempo. Gli antichi popoli dell’Oriente vedevano nel mondo una moltitudine di potenze tenebrose, nemiche degli uomini, che li assalivano, li paralizzavano, li facevano ammalare, li privavano della ragione e li sottomettevano alle sconosciute forze magiche. Anche il Vangelo usa un linguaggio del tempo, ma mette ben in chiaro un punto capitale della rivelazione cristiana: il male non è una forza tragica, impersonale, contro la quale anche gli dèi sono impotenti. Il male è causato da esseri maligni. All’apparenza il male domina il mondo, ma Gesù dimostra il contrario. Gli esseri maligni sono impotenti davanti alla grazia di Dio.
E’ un fatto frequente nella vita dei santi di non temere il maligno. San Giovanni Maria Vianney (1786-1859) si calmava prontamente quando capiva che certi turbamenti erano dovuti al demonio. I monaci d’Egitto andavano a porre le loro dimore in luoghi dove si riteneva che agissero gli spiriti maligni per scacciarli con la loro preghiera. I Padri della Chiesa paragonavano Satana ad un cane legato alla catena: morde solo chi gli si avvicina. Noi siamo chiamati con Cristo a vincere il male.
«Io so chi tu sei: il Santo di Dio». Queste parole, sulle labbra di un posseduto dal demonio possono sorprendere, essendo una corretta affermazione della divinità di Cristo, a cui gli uomini giungono con fatica. Ma ben sappiamo che «Quando la religione si secolarizza, come ultimo testimone di Dio rimane Satana» (Nicolas Gomez Dàvila). Lo spirito maligno ha una particolare sensibilità a cogliere ciò che gli è radicalmente avverso e anche di trovarsi dove la potenza di Dio deve manifestarsi in modo particolare. Lo conferma S. Ignazio di Loyola (1491-1556) che quando vedeva inspiegabili difficoltà, ostacoli dovunque e avversari irriducibili – opera del maligno – era certo della santità del suo progetto.