Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù (Lc 6,6 – 11).
Gesù conferma con un miracolo che «il Figlio dell’uomo è signore del sabato»: la parola si trasforma in azione. Gli scribi e i farisei lo osservano per trovare un capo d’accusa contro di Lui. Un miracolo, invece di costituire un motivo di credibilità per riconoscere in Gesù l’inviato di Dio, nel pieno possesso della sua potenza, diventa per essi un pretesto per accusarlo. E’ questo il peccato contro lo Spirito Santo, espressione dell’accecamento volontario delle guide spirituali dei Giudei, che non vollero riconoscere il Messia. Luca sottolinea come Gesù conoscesse in modo soprannaturale i malvagi pensieri del cuore dei farisei, che vengono integralmente smascherati. L’uomo con la mano paralizzata si era recato nella sinagoga per assistere alla liturgia del sabato. Gesù lo chiama in mezzo con autorità sovrana, prendendo l’iniziativa della guarigione, senza che il malato lo richiedesse. Gesù qui si mostra Signore, la sua legittima autorità è suprema vittoria contro l’oscuro signore delle tenebre e realizza un autentico incremento della vita. Gesù sfida i suoi avversari con una domanda doppia: «E’ lecito un sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o farla perire?».
All’osservanza formalistica del riposo sabbatico contrappone il comandamento dell’amore. Non soccorrere il malato perché era sabato significava “fare del male”, cioè trasgredire il comandamento dell’amore. L’osservanza del sabato ha senso se favorisce un nuovo impegno di amore e di servizio verso i fratelli bisognosi. «I giorni sacri esigono una concentrazione dell’amore: le opere dell’amore e della misericordia sono conformi ad essi» (Reiner Schurmann). La nuova legge portata da Cristo, fondata sull’amore, trascende il comando cultuale del riposo sabatico. Le opere di misericordia superano la legge del sabato e ne rappresentano il compimento autentico.
Luca non menziona la collera di Gesù per l’indurimento degli avversari; ne mette piuttosto in risalto il furore. Incapaci di replicare al ragionamento limpido e stringente di Gesù, reagiscono con livore inconsulto, rifiutando il suo appello di salvezza. Sono travolti dalla benignità cristiana!! Gesù ha guarito con la sola parola! Ciò non era proibito dai precetti della Legge ebraica, ma la parola di Dio è onnipotente: crea, muove e compie lo scopo per cui è stata pronunciata.
Una mano inaridita ci rende invalidi. L’uomo che non può lavorare è privato della sua dignità di essere che è immagine e somiglianza di Dio Creatore. Cristo guarisce la mano di quest’uomo come simbolo della sua azione nella storia. Al servizio di Gesù non esistono disoccupati e invalidi, tutti coloro che hanno deciso di seguirlo possono lavorare per il Regno di Dio. Ad ognuno Egli affida un compito importante: diventare uomini nel senso cristiano della parola e trovare sulla terra il posto che gli appartiene.