In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca (Lc 11,47 – 54).
Ogni tanto, ma non di rado, accade che qualcuno faccia profezie di catastrofi, con lunghe vessazioni, e parli anche della fine del mondo. Qualcuno, soprattutto le persone più labili e in difficoltà, finiscono col crederci, fanno anche scelte avventate e comunque ne hanno un forte turbamento. I profeti, di cui è costellato l’Antico Testamento, non sono accostati a simili soggetti. Nel linguaggio corrente “profetizzare” viene inteso come “predire” ciò che accadrà nel futuro. Sappiamo che un simile atteggiamento è giudicato “pagano” da Gesù. Non temere mai il futuro, perché Dio non ti abbandona. Il futuro porta anzitutto la grazia di Dio. Sta a noi vivere nella fede e cogliere al presente le occasioni che Dio manda. Nella Bibbia si parla di veri e falsi profeti: i falsi raccontano ciò che passa per la loro mente, quelli veri hanno il compito di rivelare ciò che Dio ha detto a loro. Predire il futuro è secondario: Dio illumina il profeta per distinguere chiaramente ciò che è bene da ciò che è male.
Le ammonizioni di un profeta hanno un solo scopo: avvicinare il mondo alla fede e salvarlo. La Chiesa non ha mai messo in dubbio questo dono, che è fuori discussione. In ogni epoca Dio invia dei profeti per il popolo.
Al grido del sangue innocente versato dalla violenza, che si eleva da tante parti della terra, Dio risponde con il sangue del suo Figlio, che ha donato la vita per noi. Cristo non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito. Il sangue di Cristo è il pegno dell’amore fedele di Dio per l’umanità. Fissando le piaghe del Crocifisso, ogni uomo, anche in condizioni di estrema miseria morale, può dire che «Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me», ritrovando così la speranza.