In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. (Mt 9, 27 – 31)
Il profeta Isaia (35,4 – 7) esorta gli «smarriti di cuore» e annuncia ciò che merita di essere acquisito, tutto e subito: quando il Signore è presente si riaprono gli occhi del cieco, si schiudono gli orecchi del sordo, lo zoppo cammina spedito. Tutto rinasce perché acque benefiche irrigano il deserto. Il deserto più profondo è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri. Questo accade quando osservi, fuori dalla finestra di casa, ciò che Dio ti dona, ma pensi soltanto all’utile godereccio che posso ottenere da questa giornata e nulla ti tange del dono della terra, del cielo e del dono che sei tu a te stesso. Ci comportiamo come se possedessimo l’universo intero per un nostro uso privato, in attesa di diventare polvere.
Si diventa allora ciechi perché incapaci di vedere la realtà: si chiudono gli occhi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto, si indurisce il cuore nell’indifferenza e nell’egoismo. Ma ora – annuncia il profeta – tutto è destinato a cambiare: questa «terra arida» di un cuore chiuso sarà irrigata da una nuova linfa divina. E quando il Signore viene, agli smarriti di cuore di ogni epoca dice con autorità: «Coraggio, non temete»!
Questi due ciechi dimostrano cosa accade a scegliere, senza tentennare, il servizio al Re dei re. Per chi è nella condizione di chi non vede più alcuna luce, c’è un Rabbi che spazza via demoni, l’inferno intero e anche la morte, quando gli dici in verità: «Signore Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore».
La misericordia del Salvatore è quasi costretta ad intervenire innanzi a questa meravigliosa, sintetica affermazione della realtà di Gesù e della nostra medesima. E’ la via più rapida alla chiarezza della vita interiore. L’esperienza di generazioni di santi orientali conferma la pregnanza spirituale di questa giaculatoria. Che ognuno oggi la faccia propria e la usi abbondantemente durante la giornata, soprattutto in momenti di aridità e di buio, che verranno travolti dalla luce di Cristo.