Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa (Mt 1,18 – 24)
Non era usuale che un uomo di oltre trent’anni non fosse sposato, giacché in Israele gli uomini si sposavano a diciott’anni, mentre le ragazze a sedici. In verità, questa versione è solo un’ipotesi. Visono delle pregevoli opere d’arte che raffigurano san Giuseppe presente sul Calvario, sotto la croce del Figlio: il padre adottivo è raffigurato come un cinquantenne.
La castità di Giuseppe era vera e autentica, non certo dovuta agli anni, il che vuol dir tutto e nulla.
E’ l’esempio bello e solido di uomo che non si fa imbrogliare dalla prima fanciulla che passa.
Nessuna “febbre del sabato sera” può ledere la sobrietas di chi ha edificato la sua casa sulla rocciadi Dio.
Giuseppe era detto “il giusto”, che è come se oggidicessimo “il santo”. Era un artigiano affermato e sicuramente aveva colto e messo a frutto pienamente i talenti che Dio gli aveva donato.
Dopo essersi stabilizzato nella fede, compiuto nel lavoro e nella vita sociale aGerusalemme, la mascolinità è compiuta nelle sue priorità.
«Non conosci donna, non cercare donna» è una frase celebre di san Paolo.
Questo è detto non per misoginia, quanto per dire: attendiche sia Dio stesso ad accompagnare Eva al suo Adamo, senza frenesia dongiovannesca. Il primo sposo dell’anima è Gesù Cristo, tutto il resto verrà in sovrappiù, secondo la più alta sapienza di Dio.
Durante il fidanzamento, a Giuseppe accadono fatti direttamente legati a Dio e alla sua volontà, da considerare come adeguati al compito superlativo a cui il Signore lo ha chiamato. Ma alla fine,per Giuseppe il fidanzamento è stato ciò che deve essere sempre nel suo scopo prioritario: una forte esperienza spirituale, che esorta alla dedizione totale degli sposi l’uno rispetto all’altra, perché sperimentino di essere una via di Dio l’uno rispetto all’altra. Questo è un grande migliorativo della vita, che deve essere accolto e custodito con fedeltà. Rinverdendo ogni giorno ciò che Dio disse una volta forte e chiaro, saranno liberi di non divorziare. Da uomo di Spirito e verità, Giuseppe non confonde esperienze veramente mistiche con abbagli psicologici, né tanto meno confonde esperienze romantiche con fatti spirituali. Alla fine giunge ad una scelta di amore autentico, che è sempre un atto di volontà. Scelgo con Dio, e adeguandomi a Lui, di amare questa donna che io non ho scelto, ma che il Signore ha condotto presso la mia vita. L’amore è anzitutto volontà, motivata dalla verità dei fatti e anche dal sentimento che ne deriva.
Alla fine della preparazione al matrimonio, due fidanzati devono, con Giuseppe, mostrare una volontà nuziale inamovibile, prodromo di un’autentica sacra famiglia.