In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,39 – 45)
Nella Bibbia si parla spesso di benedizione. La benedizione è il contrario della maledizione. La si incontra già nelle prime pagine della Genesi. Dio crea i pesci del mare, gli uccelli nell’aria, vede che è cosa buona e li benedice (Gn 1,22), ed essi crescono e si riproducono. La benedizione di Dio dà loro la fertilità. La stessa cosa avviene nella creazione dell’uomo. Dio creò l’uomo a sua immagine; maschio e femmina lo creò: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela» (Gn 1,27 – 28).
Maria è chiamata «benedetta fra le donne»: in lei la fertilità raggiunge il vertice massimo, perché farà nascere lo stesso Autore della vita. Questo accadimento la renderà somigliante a Dio Padre, che dall’eternità genera il Figlio. La maternità in sé è il più grande miracolo della natura. La maternità della Vergine Maria è il riflesso del mistero stesso di Dio e della sua vita intima.
La fretta di Maria esprime la piena disponibilità al piano di Dioe anche il dinamismo per la gioia messianica, che caratterizza tutto il Vangelo dell’infanzia. «Il bambino sussultò nel suo ventre e Elisabetta fu piena di Spirito Santo». Tale movimento di Giovanni riveste, per il narratore, il significato di una testimonianza anticipata dal Precursore, che sotto l’azione dello Spirito inizia fin dal grembo materno la sua missione. Elisabetta da questo fatto fisiologico percepisce l’inizio dell’epoca messianica.
«Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo ventre. A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?»:Elisabetta, per ispirazione dello Spirito, riconosce in Maria la Madre del Messia. Il segno offerto dall’angelo a Maria viene superato dalla realtà: ella incontra una persona pienamente aperta al Mistero che è sotto l’influsso dell’azione divina come lei. La benedizione di Elisabetta si ispira a quella fatta secoli prima a Giaele (Gdc 5,24) e a Giuditta (Gdt 13,18) ed esprime il cumulo di favori con cui Dio ha arricchito la Madre di Gesù.
«E beata colei che ha creduto…»: il termine beato è usato la prima volta nel Vangelo riguardo a Maria. La beatitudine piena è compiuta solo nel Regno dei cieli; nel nostro tempo terreno, ha un compimento che passa per la croce, drammatico, ma pienamente vincente. Maria, così, è totalmente appartenente alla famiglia di Gesù: ascolta, e serba in cuore ogni parola del Figlio. La maternità di Maria non fu quindi solo fisica, ma «eminentemente una maternità spirituale».