
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte (Mc 1,40 – 45)
La guarigione del lebbroso e gli esorcismi sono segni del tempo messianico. Questo miracolo è paragonato a una risurrezione, ed è il culmine del primo periodo dell’attività pubblica di Gesù. La lebbra era considerata un castigo di Dio e paragonata alla morte stessa (cfr 2Re 5,7). Il lebbroso, noncurante delle proibizioni, va da Gesù e si inginocchia supplicandolo. Così dimostra d’aver riconosciuto la potenza divina di Cristo, poiché solo Dio poteva guarire dalla lebbra. Qualche codice riporta non il verbo «ebbe compassione», ma «adiratosi», per dire che Gesù lotta contro il male che si oppone al volere di Dio.
Cristo guarisce mediante il tocco della mano, congiunto con la sua parola potente; questo prelude ai futuri Sacramenti per la purificazione dai peccati e per l’effusione dello Spirito vivificante.
Gesù ammonisce severamente il lebbroso guarito e gli impone la piena osservanza della Legge mosaica, che imponeva di far riconoscere la guarigione da un sacerdote. Gesù non è affatto un rivoluzionario che esorta alla disobbedienza. L’evangelista Marco scagiona completamente il Salvatore da ogni falsa accusa dei farisei.
La consegna del silenzio viene, però, subito trasgredita dal miracolato. Infatti egli comincia a divulgare la notizia. Il segreto messianico non può occultare la potenza straordinaria di Dio, che si manifesta nell’azione di Gesù.
In tutto il racconto emerge la figura centrale del Salvatore, mentre quella del lebbroso guarito scompare. L’interesse dell’evangelista è pienamente cristologico: Gesù è Colui che inaugura il tempo della pienezza, della verità e della salvezza. E’ l’inviato definitivo di Dio, che agisce con la sua forza. Benché Egli si fosse ritirato in luoghi deserti, venivano a Lui da tutte le parti.
Emerge così chiaramente la tensione tra il comando del segreto e la manifestazione progressiva, inarrestabile, del potere trascendente di Gesù. Chi è unito a Dio acquista una speciale attrattiva. Un professore di teologia disse con altezzosità al santo russo Serafino di Sarov: «Cosa vorrà mai da lei tutta questa gente?» La risposta di Serafino fu eloquente: «Amico, procurati la pace e migliaia di uomini ti cercheranno». I libri insegnano tante cose, le prediche edificano, ma la pace di Dio può comunicarla agli altri solo colui che ce l’ha nel cuore.