Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca,né sandali e nonfermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”» (Lc 10,1 – 9)
Un tratto fondamentale della personalità cattolica è la vitalità interiore di chi è inviato a camminare nel mondo, accompagnato da una presenza salvifica onnipotente. Dio vuole che camminiamo, vuole che andiamo sempre avanti. Non è pensabile alcuna stasi. Un cristiano fermo mostra qualche malattia nella sua identità cristiana, soffre di qualche malattia in quella sua identità. Il Signore dice questo anche alla fine del suo percorso terreno: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo». Procede affrontando sempre la vita secondo le circostanze in cui Dio lo pone, sempre attento a cogliere la chiamata alla croce. Come il Cireneo, dopo poco non senti alcun peso e ti rendi conto che è lei stessa che ti porta sul Calvario, stabilmente più vicino a Dio.
Quando siamo veramente impegnati in opere sante, siamo vicini al Padre come fece Gesù stesso nella Passione. Quand’anche non capisci gran che della situazione in cui sei (ma il problema è tuo! Senza ombra di dubbio!), allora prendi il peso totale di quel problema che devi affrontare e vieni con Me sul Calvario, ci dice il Signore. Siamo sempre desolati quando siamo privi di un impegno che coinvolga pienamente intelligenza, volontà e fede – come furono i viaggi di san Paolo. La volontà di Dio è che il male ceda sempre innanzi alla carità cattolica organizzata.
«Come agnelli in mezzo ai lupi», così ci invia il Signore nel mondo, nel modo di Davide quando sconfisse Golia, rinunciando alle “Armi del Lupo” che gli propose re Saul, cioè una spada e una corazza pesanti. Davide venne con una penetrante, quanto sproporzionata piccola fionda, ma usata nel nome del Dio degli eserciti, che Golia aveva offeso.
La grazia di essere apostolo è un privilegio soprattutto per l’apostolo stesso: salvare insieme a Cristo anche una sola anima è l’opera più grande che si può fare nella vita. Salvando il prossimo diventiamo immagine del Salvatore e siamo salvati noi stessi. Ogni cristiano ha la vocazione apostolica e missionaria, ma solo pochi se ne rendono conto.