In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati (Mc 5, 1-20)
Uno dei tre segni inequivocabili della presenza demoniaca è l’essere dotati di un vigore inspiegabile. Nel suo romanzo I Demoni, Fedor Dostoevskij mostra come l’uomo sia incapace di resistere alla forza del male, soprattutto se non sa quello che vuole o è cresciuto in un ambiente corrotto. Da giovane, Vladimir Solov’ev credeva che la gente si ribellasse a Dio per ignoranza, perché nessuno gli aveva spiegato le verità della fede. Più tardi la sua opinione cambiò, e si convinse che Gesù non era venuto sulla terra per insegnare a vivere meglio, ma per combattere il male. Il male è più forte di noi e con i soli mezzi umani non si riesce a spezzare le sue catene. Le forze maligne del mondo sono davvero una “legione”. Per gli stoici, se ci si mantiene sulla linea retta delle leggi morali, non c’è nulla da temere. Anche il Cristianesimo è ottimista, ma in un altro modo. L’uomo non è abbastanza forte per combattere il male da solo, ma dietro le apparenze, dietro le quinte del mondo, si svolge una lotta suprema: legioni di spiriti malvagi combattono legioni di angeli custodi, inviati in aiuto degli uomini del mondo. Perciò, se il male supera le forze umane, esso viene vinto dalle opere buone compiute con l’aiuto soprannaturale.
«E lo scongiurava con insistenza perché non lo mandasse fuori dalla regione»: la filosofia scolastica discuteva se e dove fossero presenti gli angeli e gli spiriti maligni. Sappiamo dove sono gli oggetti materiali perché possiamo toccarli: la sedia è sul pavimento, la lampada sul tavolo. Ma gli esseri immateriali non hanno un corpo: come possono toccare?
La filosofia risponde: con la propria forza. Gli angeli buoni e gli spiriti maligni sono presenti dove agiscono. Dio è onnipresente, perché la sua potenza agisce ovunque, ma le biografie dei santi ci raccontano che in certi posti si può sentire in maniera particolare l’influsso degli spiriti maligni. Come spiegarlo? E’ l’uomo il tramite: noi possiamo avvertire una presenza in un luogo che porta agitazione e toglie la pace, guasta anche l’aria che respiri. Se viviamo con Dio, santifichiamo il corpo e il nostro spazio vitale. Le opere malvagie operano il contrario, desacralizzano il peccatore e tutto ciò che tocca. Si racconta che i monaci egiziani andavano a vivere dove si diceva che vi fossero gli spiriti del male, perché erano convinti che fosse loro dovere purificare il mondo.