In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui» (Mc 9, 2-13)
Nella Galleria Tretjakov, a Mosca, c’è la famosa icona della Trasfigurazione di Teofane il Greco. Dalla figura di Cristo il bianco irradia come una luce reale. Nel parlare comune il bianco viene riferito alla purezza. Cristo nella Trasfigurazione appare come un puro pensiero di Dio. Anche tra gli uomini i pensieri puri hanno attrattiva e splendore. Infatti diciamo, in senso positivo, che certe persone sono trasparenti e luminose e, in senso negativo, che altre sono ambigue, poco chiare. La nostra vita è come un’opera creativa. Se ascoltate uno scrittore, vi dirà che davanti al foglio bianco la sua mente è confusa, turbata. Certi giorni dalla penna sembra non voler uscire fuori niente. Poi, a un certo punto, dopo giorni di sofferenza, è come se l’orizzonte interiore si pacificasse e le parole prendessero a fluire senza sforzo, anzi, con una chiarezza e un gusto particolari.
Sta nascendo il libro. Metaforicamente, ognuno di noi è davanti al foglio bianco della propria vita. Per molto tempo ci sembra di avere le idee confuse. Poi, finalmente comprendiamo che l’idea fondamentale è Cristo, e l’opera d’arte che dobbiamo fare è entrare in sintonia con Lui. Sul volto trasfigurato di Gesù brilla un raggio della luce divina, che Egli custodiva nel suo intimo. Stessa luce che apparirà sul volto del Cristo risorto, di cui la Trasfigurazione è un’anticipazione. Ciò avviene mentre Gesù sta pregando, e così accade qualcosa di paragonabile a tutti coloro che pregano. Nella preghiera vengono rimosse le macerie prodotte dal peccato originale. Con la preghiera vocale, con la meditazione, con la preghiera affettiva di semplicità, che è il libero colloquio, sia il peccato mortale che veniale vengono rimossi e crescono i frutti dello Spirito Santo. Il volto disteso e rasserenato dei figli di Maria ha qualcosa di effettivamente paragonabile ad una luce, che rimane con noi dopo la preghiera. Nei santi diviene anche luce sensibile, da cui l’aureola dorata che orna i loro volti.