In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio» (Mc 10,17-27)
Tutti i popoli che passano da uno stadio primitivo ad uno civilizzato sono fieri di darsi delle leggi. Così, ad esempio, gli Slavi dell’Europa centrale, per essere annoverati tra i popoli civili, chiesero a Costantinopoli di inviare loro dei missionari con delle buone leggi. Gli Ebrei erano particolarmente orgogliosi perché la loro Legge era di origine divina.
Un autore spirituale paragona i comandamenti di Dio alle stelle, seguendo le quali i marinai non sbagliano la direzione da seguire per trovare il porto durante la notte. Alcuni religiosi riformati vengono definiti “osservanti” perché vogliono ritornare alla perfetta osservanza della regola originaria. Anche la manutenzione di un’auto richiede il rispetto di certe regole, affinché la durata sia garantita e, soprattutto, perché vengono prevenuti gli incidenti. I comandamenti cristiani hanno un fine simile: servono a vivere nella maniera giusta e a proteggere dai pericoli.
Una cosa sola ti manca. Se i comandamenti di Dio servono a conservare la vita pura e immacolata, cosa ci può essere di più importante? Nell’Antico Testamento l’uomo perfetto è anche l’uomo giusto (ad esempio san Giuseppe, Mt 1,19). I “giusti” sono coloro che osservano tutti i comandamenti della Legge.
Così era anche per il giovane che viene da Gesù e che Gesù ama immediatamente. Eppure aggiunge: «Una cosa sola ti manca». La morale cristiana distingue tra i Comandamenti e i cosiddetti “consigli” per una perfezione superiore, che non sono diretti a tutti. Si è liberi di osservarli oppure no. In pratica, la distinzione può essere giusta, ma i Padri della Chiesa nutrivano dei dubbi che fosse giusta anche dal punto di vista spirituale. Spiritualmente parlando, non esiste alcuna differenza fra i Comandamenti e i consigli per la perfezione. Chi vuole diventare compositore impara le regole dell’armonia, ma sa che è solamente l’inizio per arrivare a creare ed esprimere con la musica una nuova bellezza. Allo stesso modo, quelli che nella vita spirituale vogliono andare oltre a ciò che è scritto, hanno compreso che l’amore va oltre i Comandamenti, oltre i limiti dell’obbligo, muovendo verso la carità.