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Il pensiero del giorno

16 Maggio 2022 - Autore: Don Andrea Nizzoli

“Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Gli disse Giuda, non l’Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?”. Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. (Gv 14, 21-26) 


Il Consolatore, lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome

Gli gnostici (gnosi = conoscenza) sono stati fra i primi eretici. Per loro, spirituale era chi aveva raggiunto una conoscenza superiore rispetto ad un semplice fedele.

San Giovanni Evangelista fu un loro accanito avversario, e soprattutto, più tardi, sant’Ireneo di Lione, che compose contro di loro il famoso scritto “Contro le eresie”.

L’uomo, sottolinea con forza Ireneo, non diventa spirituale perché conquista grandi e misteriose conoscenze, ma solo perché possiede lo Spirito Santo, quello Spirito che Cristo invia a tutti i cristiani da quando è salito al cielo. Si può dire che la persona spirituale sia composta da tre elementi: il corpo, l’anima e lo Spirito Santo. Ognuno di essi ha un’attività propria; il corpo mangia, respira, si muove ed espleta altre funzioni corporali.

L’anima pensa, decide, conosce il mondo. Lo Spirito Santo nel cuore chiama: “Abbà, Padre”, cioè prega, si eleva al Padre per mezzo del Figlio. In questo senso sono molto più spirituali i semplici fedeli che pregano di quelli che sanno fare bei discorsi e dotte riflessioni intellettuali sulle cose religiose.

Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui

Il fatto che per i cristiani lo Spirito Santo risieda nel cuore, fece sorgere un problema teologico. Come possono Dio e l’uomo essere uno? In questo modo i cristiani non si fanno uguali a Gesù, che è Dio-uomo? San Giovanni usa un’espressione delicatissima: “Verremo e prenderemo dimora presso di lui”. Succederà con l’uomo qualcosa di simile a ciò che avvenne nel tempio. Il tempio è di mattoni come ogni altro edificio, ma all’interno c’è un tabernacolo. Crediamo che Dio sia onnipotente, ma abiti qui in modo particolare. Perciò san Paolo scrive ai cristiani: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in voi?” (1Cor 3, 16). L’uomo che ha ricevuto lo Spirito Santo non è uguale a Dio, ma diviene dimora di Dio. Il suo corpo e la sua anima sono stati consacrati durante il battesimo. La dissacrazione del tempio è il peccato che offende la santità di Dio. Perciò san Paolo ammonisce i fedeli di conservare la purezza del cuore e del corpo, affinché siano degna dimora di Dio, Dio che è in tutto il creato (cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno).


Santi Abda e Ebedieso 

Martiri

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