In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. (Lc 8, 1-3)
La loro stessa testimonianza non può essere dimenticata, conformemente a quanto Gesù stesso ebbe a dire alla donna che gli unse il capo poco prima della passione: “In verità vi dico, dovunque sarà predicato questo vangelo nel mondo intero, sarà detto anche ciò che costei ha fatto, in memoria di lei” (Mt 26, 13; Mc 14, 9). Il Signore vuole che questi testimoni del vangelo, queste figure che hanno dato un contributo affinché crescesse la fede in Lui, siano conosciute e la loro memoria sia viva nella Chiesa.
I Vangeli ci informano che le donne, a differenza dei Dodici, non abbandonarono Gesù nell’ora della Passione (cfr Mt 27, 56.61; Mc 15, 40). Tra di esse spicca in particolare Maddalena, che non solo presenziò alla Passione, ma fu anche la prima testimone e annunciatrice del Risorto (cfr Gv 20, 1.11-18). Proprio a Maria di Magdala San Tommaso d’Aquino riserva la singolare qualifica di “apostola degli apostoli” (apostolorum apostola), dedicandole questo bel commento: “Come una donna aveva annunciato al primo uomo parole di morte, così una donna per prima annunziò agli apostoli parole di vita” (Super Ioannem, ed. Cai, 2019). In buona sostanza, la storia del cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne (cfr Benedetto XVI° – Commenti ai Vangeli).