Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata”. Allora gli chiesero: “Dove, Signore?”. Ed egli disse loro: “Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi”. (Lc 17, 26-37)
Ricordatevi della moglie di Lot
Nel racconto della Genesi sulla rovina di Sodoma e Gomorra, durante la fuga dalla città in fiamme, la moglie di Lot guarda indietro e diventa una statua di sale (Gen 19, 26). È simbolo del peccato, che è come una paralisi, come se il cuore si trasformasse in un blocco di pietra, pesante e immobile. Dopo è difficile cambiare vita, anche se ci si rende conto che così non va. In un racconto allegorico di Tolstoj, un uomo è in bilico sull’abisso, appeso ad un cespuglio. Due topi, uno bianco e uno nero, simbolo del giorno e della notte dell’anima, stanno rodendo questa radice. Ma l’uomo non si preoccupa d’altro che dei frutti dolci che scopre sul cespuglio, li coglie e li gusta. La tragedia della vita è ignorarne le conseguenze.
In quella notte due si troveranno in un letto, l’uno verrà preso e l’altro lasciato
Macario, autore del quarto secolo, paragonava il gregge delle pecore alla folla della gente. Le pecore sembrano tutte uguali e anche le persone, ma dentro al loro cuore alcuni sono pecore altri lupi. Adesso non si distinguono, ma saranno riconoscibili alla venuta di Cristo. Però c’è un modo per distinguerli già adesso: se si tocca l’argomento religione, o la relazione personale con Cristo, ecco che appaiono le pecore e i lupi. Tante belle parole di tolleranza e di umanità vanno in fumo, e rimane l’avversione, o l’odio addirittura. L’unico vero ponte fra gli uomini è Cristo. Senza questo ponte non c’è più nulla che ci unisca.
(cfr. T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)