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Il pensiero del giorno

10 Gennaio 2023 - Autore: Don Giuseppe Zanghì

Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. (Mc 1,21b-28)


                                  

Abbiamo ricevuto da Gesù la grazia della sua chiamata e abbiamo deciso di seguirlo. Oggi siamo aiutati, grazie al Vangelo della S. Messa, a capire anche perché dobbiamo seguirlo in un crescendo di amicizia e fedeltà. Ci possiamo e dobbiamo fidare di Gesù perché, nella fatica quotidiana della battaglia contro il male per instaurare il suo regno di amore, di verità e giustizia in noi e nella società, Egli ha già
riportato vittoria. Come uomo perfetto, da uomo-Dio qual è, ha sconfitto il Nemico della natura umana che ci aveva fatto cadere nell’alienazione del peccato e della morte. Il Diavolo che è Satana, colui che divide, ci aveva spinto a chiuderci in noi stessi per poterci dominare e annientare. Ormai però non ha più partita vinta. Anzi, ha perso definitivamente. Infatti, come leggiamo nel Vangelo di oggi, Gesù lo ha messo subito a tacere e lo ha cacciato via: “taci, esci da quell’uomo!”. Il Figlio di Dio aveva intrapreso, sin dal primo istante della sua Incarnazione, la via dell’Amore e dunque dell’umiltà e dell’obbedienza, in alternativa a quella dell’odio, della superbia e della
ribellione praticata dall’Angelo ribelle e dai suoi seguaci. Nessuno poteva sconfiggerlo da solo. Le folle capirono subito, sin dall’inizio della sua predicazione, che Gesù faceva cominciare i tempi nuovi della grazia e della verità in cui veniva resa giustizia ai figli di Dio ingannati e aggrediti dal Maligno.


Se vogliamo, lo possiamo capire anche noi. La fama di Gesù, diciamo meglio la fede in Lui, è diffusa, attraverso la presenza viva della sua Chiesa, su tutta la terra. Solo Gesù, vivo e vero, morto sulla croce, ma ormai definitivamente vittorioso nella gloria della sua risurrezione, rialza ogni uomo e l’umanità per ricondurci alla gloria. E l’uomo, veramente vivente in Lui, può cominciare a gustare, già in questa valle di lacrime, la
vita nuova della Gerusalemme celeste. E’ un’avventura sempre nuova ed entusiasmante, ma ognuno di noi deve dire al proprio “io”, con Gesù, “taci” ed essere sempre con Dio.

San Gregorio di Nissa Vescovo

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