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Il pensiero del giorno

16 Febbraio 2023 - Autore: Don Giuseppe Zanghì

Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,27-33).




                                  

Gesù è giunto già, con i suoi discepoli, a metà della sua vita pubblica e ha operato in modo tale da farsi riconoscere come Messia. Ora fa un’indagine su cosa hanno veramente capito di lui la folla e quegli stessi uomini, fra i suoi discepoli, che sarebbero stati i Dodici Apostoli. Questi lo informano, rispondendo immediatamente alla sua richiesta, che la gente lo considera un profeta redivivo. Essi invece, aderiscono tacitamente alla fede di Pietro, che riconosce chiaramente in Gesù la sua identità divina: “tu sei il Cristo”. Gli altri evangelisti, rispettivamente Matteo (Mt 16,18-19) e Giovanni (Gv 21, 15- 17), riporteranno la promessa del conferimento del “Primato” fatta da Gesù a Pietro e il conferimento delle prerogative per governare la Chiesa dopo la triplice professione di fede richiesta nell’Apparizione dal Risorto presso il lago di Tiberiade.

Gesù intanto è soddisfatto della risposta di Pietro, ma impone il silenzio perché ora comincia la seconda fase della sua vita pubblica, nella quale dovrà spiegare il vero senso del suo essere Messia: un senso lontano dalle aspettative popolari e anche al di fuori dall’attuale comprensione dei Dodici che capiranno tutto del Maestro solo dopo nella luce della sua Pasqua di morte e risurrezione. Gesù inizia a parlare della propria passione e morte come presupposti necessari della sua gloria con la risurrezione. Pietro stesso si rifiuta di accettare il terribile dramma descritto e annunciato da Gesù che però lo rimprovera per l’amore riduttivo che alla fine farebbe il gioco diabolico di ostacolare il sacrificio dell’Amore redentore. L’insegnamento del Vangelo di oggi è attuale anche per noi impegnati nella Nuova Evangelizzazione. Come ci spiega la Bella Signora nelle sue Apparizioni, comprendiamo la gravità dell’ora presente e non ci tiriamo indietro, bensì c’impegniamo a compiere quotidianamente quel servizio puntuale e generoso, con la preghiera, l’azione e il sacrificio, secondo le sfide attuali della Rivoluzione, perché le tenebre non prevalgano sulla luce.

San Simeone di Metz Vescovo

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