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Il pensiero del giorno

12 Marzo 2023 - Autore: Don Andrea Nizzoli

Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gli dice la donna: “Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?”. Gesù le risponde: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. “Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”. Le dice: “Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui”. Gli risponde la donna: “Io non ho marito”. Le dice Gesù: “Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Gli replica la donna: “Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Gesù le dice: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”. Gli rispose la donna: “So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa”. Le dice Gesù: “Sono io, che parlo con te”.
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: “Che cosa cerchi?”, o: “Di che cosa parli con lei?”. La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?”. Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: “Rabbì, mangia”. Ma egli rispose loro: “Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”. E i discepoli si domandavano l’un l’altro: “Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?”. Gesù disse loro: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica”.
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: “Mi ha detto tutto quello che ho fatto”. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: “Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo”.


                                  

L’incontro di Gesù con la Samaritana è uno dei brani più commoventi del vangelo. In quella donna è rappresentata ogni anima, di cui il Figlio di Dio va alla ricerca, per portarla alla salvezza. La Samaritana è ognuno di noi, persone assetate di assoluto, di amore e di felicità, che vagano alla ricerca di un’acqua viva, che possa placare la nostra sete inestinguibile. Gesù ci attende lungo il cammino. Se è vero che l’uomo cerca Dio, è anche vero che Dio cerca l’uomo. Il Figlio di Dio ha percorso l’infinita distanza che lo separa da noi creature e si è fatto uomo su questa terra di dolore e di morte. Si è fatto uomo per incontrarci lungo le strade della vita. Si è fermato, stanco, accanto ai pozzi presso i quali noi cerchiamo invano di placare la nostra sete di infinito. Hai notato che Gesù chiede per primo da bere? Anche Dio ha sete. Ma Egli non è forse la pienezza della gioia e della felicità?

In questo brano immortale di vangelo non viene messa in evidenza per prima le sete dell’uomo, ma la sete di Dio. “Dammi da bere”. È una domanda universale, che Dio non cessa un solo istante di rivolgere alle sue creature. Egli le ha create perché lo potessero conoscere ed amare. Dio ci ha creati perché noi decidessimo di donargli liberamente e gioiosamente il nostro cuore. Egli ci offre il suo infinito amore, ma nella sua umiltà si fa mendicante del nostro. Quante volte nel cammino della vita abbiamo già incrociato Gesù che ci ha chiesto da bere! Lasceremo cadere nel vuoto ancora una volta la sua accorata richiesta? (cfr. L. Fanzaga – Pietre vive – p. 92)

San Luigi Orione Sacerdote e fondatore

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