• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
      • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
      • Ora di adorazione
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Spiritualità / Il pensiero del giorno / Il pensiero del giorno

Il pensiero del giorno

13 Gennaio 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!” » (Mc 2,1-12)

I miracoli di Gesù non sono mai delle pure manifestazioni della sua potenza divina. Essi hanno sempre un significato: sono dei “segni” che manifestano chi è e che cosa vuol fare. Perché guarisce il paralitico? L’essere paralitico è un segno di che cosa significa essere peccatore. Il paralitico è incapace di compiere molti atti necessari della vita quotidiana, dipende dagli altri in tantissime cose. Non sarebbe stato capace di andare da Gesù se non avesse avuto degli amici che ve lo avessero portato. Questi amici incontrano molti ostacoli, soprattutto la grande folla che circonda Gesù, ma non si scoraggiano. Fanno un buco nel tetto (i tetti delle case della Palestina di allora erano fatti con paglia impastata con argilla) e calano il loro amico davanti al maestro. Gesù vede « la loro fede ». Non tanto la fede del paralitico, quanto di quelli che lo hanno portato fin lì, nonostante gli ostacoli. Vediamo qui la potenza dell’intercessione dei fratelli: la loro fede grande supplisce la fede povera del paralitico. La loro fede però lo può solo portare da Gesù, non lo può guarire. Il miracolo che Lui compie è un segno evidente della sua divinità, non tanto – e non solo – per la potenza che manifesta, quanto perché rimettere i peccati è una prerogativa di Dio solo (cfr. Sal 51; Is 43,25). In questo gli scribi avevano perfettamente ragione. Del fatto che la sua pretesa sia giustificata dà un primo segno leggendo nel cuore proprio degli scribi presenti, che lo giudicano un bestemmiatore, perché si arroga il diritto di compiere un gesto che solo Dio può fare. Compie infatti un altro gesto che solo Dio può fare: solo Dio infatti è capace di leggere nell’intimo dei cuori (cfr. 1Sam 16,7; Ger 12,3; 17,9-10; Sir 42,18). « Che cosa è più facile »? Il miracolo è il segno evidente che le parole di Gesù non sono vane, ma operano quello che dicono, sono “creatrici” della realtà che significano, come quando « Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu » (Gen 1,3). La sua parola è veramente Parola di Dio, perché Lui stesso è la Parola di Dio da tutta l’eternità (Gv 1). Così succede quando dice: « Ti sono perdonati i peccati ». Ma che cosa è più facile? Dire: « Ti sono perdonati i peccati » oppure « Àlzati, prendi la tua barella e cammina »? Se ragioniamo secondo le apparenze, evidentemente è più facile dire « Ti sono perdonati i peccati », ma, se entriamo nel mistero per mezzo della fede, comprendiamo che il perdono di Gesù gli è costato la Croce… La potenza divina è entrata nel mondo degli uomini mediante la carne di un uomo che è morto per noi. Dio non avrebbe potuto perdonarci in un altro modo? Sarebbe bastato un gesto qualunque. Ma ha voluto darci un segno evidente del suo Amore. Che cosa è più facile? Dire “ti amo” o dare la vita per te? Il vero autentico miracolo è il perdono del peccato, la guarigione della malattia è solo l’eliminazione di un lontano effetto del peccato. Il perdono è una cura vera e profonda, che uccide la malattia là dove essa si annida, la guarigione è una medicazione solo sintomatica. Quando andiamo a confessarci, pensiamo che quel perdono che riceviamo ci lava con il sangue di Gesù… È gratuito per noi, ma a Lui è costato sangue.

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Il pensiero del giorno, Spiritualità

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2023 Alleanza Cattolica · Accedi