« In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà » (Gv 12,24-26).
Celebrando la Pasqua con i suoi discepoli il mercoledì o il giovedì (ci sono diverse teorie a proposito) “compie” ciò che la celebrazione pasquale ricorda. Il memoriale ebraico rendeva in qualche modo presente l’agire salvifico di Dio. Qui Gesù rende presente qualcosa che ancora si deve realizzare. La manducazione dell’agnello sacrificato al Tempio prende qui il suo vero e definitivo significato. Si può addirittura pensare che la manducazione dell’agnello durante la cena pasquale non ci fu, sostituita dai gesti e dalle parole di Gesù sul pane e sul vino. Qui il rito della Pasqua prende il suo vero e definitivo significato, il rito viene letteralmente “compiuto”.
Ma il compimento non si ferma qui: morendo in Croce Gesù realizza la Pasqua (il “passaggio”) vera e definitiva. Il sacrificio nel Tempio tocca qui il suo compimento. D’ora in poi non avrà più senso ripeterlo e – infatti – dopo poco tempo il Tempio sarà distrutto e tutti i tentativi di ricostruirlo falliranno inesorabilmente. Il rito dell’Eucaristia cristiana raccoglie in sé entrambi questi compimenti: sarà ormai indissolubilmente la santa Cena e il santo Sacrificio. In esso sarà perpetuamente distribuito il cibo della Parola e la Parola incarnata fatta cibo. In esso sarà sempre presente il Sacrificio perfetto, definitivo e intramontabile del Figlio di Dio che ha dato la vita per Amore. L’atto perfetto di Amore che esso rappresenta non potrà più passare e sempre, nel mistero della Messa sarà ri-presentato. Nella liturgia dell’Eucarestia, nella Messa, nella Divina Liturgia convergono tutte le antiche liturgie dell’Antico Testamento: la liturgia domestica di Pasqua, la liturgia della Sinagoga, la liturgia del Tempio. L’Ora di Gesù è l’Ora della gloria di Dio, è l’Ora della sconfitta definitiva del Demònio: « ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori » (v. 31), è l’Ora della nostra salvezza.