« Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa » (Is 11,1-10).
La venuta del Signore non avviene senza prefigurazione profetica: il Messia sarà della stirpe di Davide. Sarà dunque un re e il regno di Davide non avrà mai fine. Tuttavia profezia non è “fotografia”. Il regno di Davide non doveva aver fine… Però nel 586/7 Gerusalemme è conquistata dai Babilonesi e la dinastia regnante è interrotta. La stirpe continua senza regno visibile, preparazione ad un regno di natura diversa.
Giuseppe è discendente di Davide, senza regno e senza ricchezza ed è lui che deve dare il nome a Gesù (cfr. Mt 1,18-21). È lui che trasmette a Gesù l’appartenenza alla stirpe di Davide, che lo fa discendente di Iesse (dal tronco di Iesse). La “carne” di Gesù viene tutta da Maria, sulla cui “stirpe” non c’è unanimità nella tradizione patristica. C’è chi la vuole anch’essa della stirpe di Davide, come Giuseppe, e chi la considera invece della stirpe di Levi (è infatti parente di Elisabetta, sposata con il sacerdote Zaccaria).
Se questa tradizione fosse quella autentica sarebbe ancora più evidente come in Gesù confluiscano le linee sacerdotali (Aronne) e regali (Davide). Gesù inoltre è il vero profeta atteso e preannunciato da Mosè (cfr. Dt 18,15). Lui è il depositario definitivo di ogni vero potere: sacerdotale, regale e profetico. Il suo regno sarà un regno di pace in modo assoluto e imprevedibile. Accogliamo Gesù: quanta autorità in lui!
Se lo accogliamo con fede e amore anche noi ne diventiamo veramente partecipi. Il Battesimo ci ha “già” fatti sacerdoti, re e profeti. Ma “ancora non” lo siamo in pienezza. Lasciamo, seguendolo, che lui ce lo faccia diventare.