« I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse loro: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono” » (Lc 10,17-24).
Tutto il brano è pervaso dalla gioia. Sono gioiosi i discepoli perché tornano vittoriosi dal loro viaggio missionario ed è gioioso Gesù perché constata il loro successo e se ne rallegra. Che differenza con il fratello maggiore della parabola che serve il padre per tutta la vita senza mai provare un momento di gioia (Lc 15,29)! Un servizio senza mai nessuna gioia non è autentico servizio (cfr. Lc 19,20): « Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia » (2Cor 9,7). Gesù vede Satana che cade fuori dal cielo (così il testo greco tradotto alla lettera), non come una stella che cade, ma come qualcuno che viene espulso dal cielo.
La sua visione è una visione “profetica”, perché supera il livello del tempo terreno, misurato dal moto del sole e della luna, per raggiungere un’altra dimensione del tempo. I teologi scolastici, molto più precisi di quelli moderni, usano un termine tecnico per indicare il “tempo” degli angeli: “eviternità”. Così possiamo dire che Gesù vede come successo adesso, un evento che succederà nel futuro, perché avviene in un’altra dimensione del tempo. Satana perde il suo posto nel cielo, in quel livello della realtà a partire dal quale si ha un potere sulle cose che avvengono sulla terra. Contemporaneamente perde il suo libero accesso al cospetto di Dio; al tempo del libro di Giobbe (Gb 1,6 ss.) e alla fine dell’Antico Testamento al tempo del profeta Zaccaria (Zc 3,1 ss.) li aveva ancora entrambi. Ora però questo tempo è passato. Perché? Perché i settantadue lo hanno vinto? Perché Satana si è dovuto piegare a loro? Sarebbe ridicolo.
Questa è solo la conseguenza di un evento ben più importante che è l’Amore vittorioso di Dio che si manifesta con potenza a partire dalla morte in croce di Gesù e dalla sua Resurrezione.