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Il pensiero del giorno: Lc 9,1-6

27 Settembre 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro”. Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni » (Lc 9,1-6).

Come sempre una particolare enfasi è posta sul compito di scacciare gli spiriti maligni. Questo è perfettamente coerente con il carattere concreto e tradizionale dell’insegnamento di Gesù. La verità può radicarsi solo se contemporaneamente è scacciato l’errore e questo non vive solo di argomenti, ma di tendenza all’orgoglio e all’autosufficienza, dell’accontentarsi solo di apparenze, del vivere in un clima di diffusa e abituale insincerità. La comunità di Gesù si diffonde a spese del regno del Principe di questo mondo. Il bastone non è solo un bastone da viaggio, è il simbolo dell’autorità di cui sono depositari i suoi rappresentanti. La povertà del loro equipaggiamento testimonia un fatto importante: la loro forza non è umana, perché devono affrontare forze sovrumane. Non devono porre fiducia nei loro mezzi, perché – anche se fossero tantissimi – sarebbero assolutamente sproporzionati alla battaglia che devono combattere. « Gesù è l’Inviato del Padre. Fin dall’inizio del suo ministero, “chiamò a sé quelli che egli volle […]. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare” (Mc 3,13-14). Da quel momento, essi saranno i suoi “inviati” [questo il significato del termine greco “apostoloi”]. In loro Gesù continua la sua missione: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21) [cfr. Gv 13,20; Gv 17,18]. Il loro ministero è quindi la continuazione della sua missione: “Chi accoglie voi, accoglie me”, dice ai Dodici (Mt 10,40) [cfr. Lc 10,16]. Gesù li unisce alla missione che ha ricevuto dal Padre. Come “il Figlio da sé non può fare nulla” (Gv 5,19; Gv 5,30), ma riceve tutto dal Padre che lo ha inviato, così coloro che Gesù invia non possono fare nulla senza di lui, [cfr. Gv 15,5] dal quale ricevono il mandato della missione e il potere di compierla. Gli Apostoli di Cristo sanno di essere resi da Dio “ministri adatti di una Nuova Alleanza” (2Cor 3,6), “ministri di Dio” (2Cor 6,4), “ambasciatori per Cristo” (2Cor 5,20), “ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio” (1Cor 4,1) » (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 858-859). Chi non ha capito che l’insegnamento della Chiesa si situa nel contesto di una grande battaglia, dove si incrociano non tanto argomenti (con tutto il rispetto per gli argomenti, quando sono usati bene e quando ci si rende conto che ci sono cose che li superano…), ma Vita divina ed astuzia diabolica non ha capito nulla di quello che veramente succede. « Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie [μεθοδείας] del diavolo » (Ef 6,11). I “metodi” del Diavolo sono le sue strategie e argomentazioni, a volte logicamente molto raffinate, ma sempre basate su premesse false, o troppo generiche, o troppo limitate e quindi incapaci di cogliere l’unità dell’insieme, o completamente isolate dal contesto. I suoi astuti paralogismi sono in grado di produrre soltanto dubbi, mai vere certezze. Il metodo (dal greco methodos, secondo la via) di Dio, la sua “via” è Gesù che ci insegna vitalmente la conoscenza amorosa di Dio; i metodi del Maligno sfociano inevitabilmente nel disprezzo rancoroso e disperato del suo Mistero di Amore. L’orgoglio di Satana consiste nell’accettare solo quello che capisce e nel rifiutare ciò che lo supera. Accogliamo il Vangelo con umiltà e fede; se anche confutiamo vittoriosamente gli argomenti che vengono da una logica puramente naturale, dobbiamo sempre stare attenti che la nostra fede non si basi su quei “metodi” e sulle nostre vittorie su di essi, ma sul Dono gratuito di Dio che ci raggiunge attraverso la testimonianza apostolica. Guardiamo a Maria e impariamo il suo “metodo”!

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