« Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: “Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande”. Giovanni prese la parola dicendo: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi”. Ma Gesù gli rispose: “Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi” » (Lc 9,46-50).
L’affermarsi del Regno di Dio nel mondo è un mistero grande. Il Regno è Gesù stesso e qualunque azione a favore del Regno deve essere compiuta assieme a Lui, per lo meno non esplicitamente contro di Lui. Il Signore infatti è all’opera in modo misterioso e nessuno può e deve pensare di essere arrivato per primo in una data situazione, perché in essa il Signore sta già operando.
Questo ci deve fare riflettere sul significato che ha la parola missione, la quale è strettamente legata alla parola tradizione. Sia il termine missione che il termine tradizione infatti significano una stessa realtà: trasmettere agli altri quello che noi, a nostra volta abbiamo ricevuto. Così si esprimeva il teologo Joseph Ratzinger già nel lontano 1966 « […] il concilio segna il passaggio da un atteggiamento di conservazione ad un atteggiamento missionario, ed il concetto conciliare contrario a ‘conservatore’ non è ‘progressista’, ma ‘missionario’ » (Weltoffene Kirche, in: Theodor Filthaut [ed.], Umkehr und Erneurung, Mainz 1966, p. 291). Ciò significa che la corretta posizione antiprogressista e antimodernista non è quella «tradizionalista» o «fissista».
Il concetto di progresso è essenziale per il Cristianesimo e il Cattolicesimo. Il mito del Progresso di stampo illuminista è la contraffazione e la secolarizzazione di una idea cristiana. Ascoltiamo le parole di un sapiente di cui è in corso il processo di beatificazione: « Il concetto di evoluzione del Regno di Dio sulla terra non è affatto una novità: esso è antico almeno come il Vangelo. Già indicato nella misteriosa pietra di Daniele (2,34-35), si trova esplicitamente affermato nei tre Sinottici con la meravigliosa parabola del “granello di senapa” che deve diventare un albero frondoso [Mt 13,31-32; Mc 4,31-32; Lc 13,19].
Gli stessi Apostoli lo sviluppano in mille modi, considerando la Chiesa ora come una casa in costruzione, come un tempio vivo e destinato a crescere, oppure come una città che si sta edificando e ingrandendo [1Pt 2,5; 1Cor 3,9 ss.]; ora come un gregge [1Pt 5,2] o come una campo seminato che deve portar frutto [1Cor 3,7-9]; infine come un organismo vivente che in tutto – per omnia – deve crescere, svilupparsi e perfezionarsi fino a giungere alla finale pienezza dell’“Uomo perfetto” [Ef 4,11-16] » (Juan Gonzalez Arintero, O.P., Desenvolvimiento y vitalidad de la Iglesia, I. Evolucion organica, Madrid: Fundación Universitaria Española, 1974, p. 47).