« Diceva loro nel suo insegnamento: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”. Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere” » (Mc 12,38-44).
Gesù ci insegna a riporre la nostra stima e il nostro onore in ciò che soprattutto e radicalmente è degno di stima e onore. Che i maggiorenti di un popolo siano onorati e manifestino la loro dignità con abiti appropriati è normale; lo troviamo presso tutti i popoli e in tutte le culture, quindi anche presso gli ebrei (cfr. Talmud babilonese, trattato Qiddushin 33a). Non è contro questa pratica in sé stessa che se la prende Gesù (d’altronde lui stesso la segue: portava infatti il mantello con le frange tipico dei maestri: cfr. Mt 9,21; 14,36), ma, come sempre, contro lo smarrimento dell’ordine. Quell’ordine che deve sussistere tra le cose importanti ed essenziali e le cose secondarie che hanno solo valore di segni e che non devono mai essere cercate per se stesse. È giusto che gli scribi vengano onorati, ma essi non devono dimenticare che l’onore è loro dovuto per il servizio di verità nei confronti degli ignoranti, dei poveri e dei deboli. Al centro del suo insegnamento sta la figura della vedova, che rappresenta il tipo stesso della povertà inerme. Ai tempi di Gesù la vedova non aveva diritto all’eredità e dipendeva in tutto e per tutto dalla carità del prossimo. Gli scribi sono accusati da Gesù di “divorare le case delle vedove”, approfittando in modo improprio della loro ospitalità, caricandole di obblighi legali e sfruttandole in vari modi. La povera vedova che getta nella cassa del tesoro i suoi pochi spiccioli è enormemente, nonostante le apparenze, superiore a loro. Loro cercano un onore fine a sé stesso, avulso dalla sua causa e dal suo significato, lei cerca Dio, che è la causa e la verità di qualunque onore.