« Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano » (Mc 6,7-13).
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Come sempre una particolare enfasi è posta sul compito di scacciare gli spiriti maligni. Questo è perfettamente coerente con il carattere concreto e tradizionale dell’insegnamento di Gesù. La verità può radicarsi solo se contemporaneamente è scacciato l’errore e questo non vive solo di argomenti, ma di tendenza all’orgoglio e all’autosufficienza, dell’accontentarsi solo di apparenze, del vivere in un clima di diffusa e abituale insincerità. La comunità di Gesù si diffonde a spese del regno del Principe di questo mondo. Il bastone non è solo un bastone da viaggio, è il simbolo dell’autorità di cui sono depositari i suoi rappresentanti.
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La povertà del loro equipaggiamento testimonia un fatto importante: la loro forza non è umana, perché devono affrontare forze sovrumane. Non devono porre fiducia nei loro mezzi, perché – anche se fossero tantissimi – sarebbero assolutamente sproporzionati alla battaglia che devono combattere. La legge dell’ospitalità, molto sentita dal popolo di Israele, che non aveva ancora dimenticato le sue origini beduine, di popolo del deserto, faceva sì che venissero accolti in una famiglia. Quella doveva diventare la loro base d’azione, come succedeva per Gesù, evitando di andare di casa in casa, perché questo avrebbe suscitato inevitabilmente invidie e mescolato ragioni umane alla guida della Provvidenza di Dio, cioè del suo Santo Spirito.
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Il cuore del messaggio è la fiducia, la fede, nel mandato. Oggi dovremmo ascoltare con più attenzione e contemplare il mistero racchiuso in queste parole: « Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi » (Gv 20,21; cfr. Gv 13,20; Gv 17,18). E riflettere attentamente sulle conseguenze « Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato » (Lc 10,16). Chi non ha capito che l’insegnamento della Chiesa si situa nel contesto di una grande battaglia, dove si incrociano non tanto argomenti (con tutto il rispetto per gli argomenti, quando sono usati bene e quando ci si rende conto che ci sono cose che li superano…), ma Vita divina ed astuzia diabolica non ha capito nulla di quello che veramente succede. « Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie [μεθοδείας] del diavolo » (Ef 6,11). I “metodi” del Diavolo sono le sue strategie e argomentazioni, a volte logicamente molto raffinate, ma sempre basate su premesse false, o troppo generiche, o troppo limitate e quindi incapaci di cogliere l’unità dell’insieme, o completamente isolate dal contesto. I suoi astuti paralogismi sono in grado di produrre soltanto dubbi, mai vere certezze.
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