« Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita . Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” » (Mt 11, 28-30).
Solo i “piccoli” sono in grado di accogliere la rivelazione di Dio suprema e definitiva attuata da Gesù con le sue parole, la sua vita e soprattutto con il “cuore” della sua vita: la sua morte in croce che è stato un trionfo della Vita. Qualcuno potrebbe ricavarne l’impressione di una condizione “restrittiva”, Le parole che seguono allargano enormemente la prospettiva. I “piccoli” diventano gli affaticati ed oppressi. C’è un passo dell’Antico Testamento molto simile e che è qui, almeno implicitamente, richiamato. « Avvicinatevi a me, voi che siete senza istruzione, prendete dimora nella mia scuola. Perché volete privarvi di queste cose, mentre le vostre anime sono tanto assetate? Ho aperto la mia bocca e ho parlato: “Acquistatela per voi senza denaro. Sottoponete il collo al suo giogo e la vostra anima accolga l’istruzione: essa è vicina a chi la cerca. Con i vostri occhi vedete che ho faticato poco e ho trovato per me un grande tesoro. Acquistate l’istruzione con grande quantità d’argento e con essa otterrete molto oro. L’anima vostra si diletti della misericordia di lui, non vergognatevi di lodarlo. Compite la vostra opera per tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà” » (Sir 51,23-30). Le parole sono molto simili, ma la prospettiva è qui completamente diversa. Qui non ci troviamo davanti solo a qualcuno che soffre per acquistare la sapienza. Certo, in fondo è qualcuno che cerca la sapienza, ma è soprattutto qualcuno che soffre il peso delle difficoltà della vita. La scuola non è fatta solo di parole, la scuola è la vita. Qui la povera misera vita provata e sofferente del “piccolo” che confida in Gesù, diventa la vita stessa del Figlio di Dio che irrompe in lui e lo trasforma, in modo tale che nella vita di Gesù trova finalmente ristoro, pace e vera sapienza. Vivendo con lo sguardo di fede rivolto alla vita di Gesù, finalmente di impara veramente! Quella stessa vita affaticata e oppressa diventa dolce e leggera. « […] non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me » (Gal 2,20).