« In quel tempo Gesù disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” » (Mt 11,25-30).
L’identità di Gesù, come di colui che conosce il Padre intimamente e ce lo rivela, rimane nascosta ai sapienti e agli intelligenti di questo mondo. Solo chi lo accoglie come un bambino, con la semplicità di un bambino, può comprendere quello che dice. Lo Spirito di Dio si trova a suo agio nei cuori semplici e lì sprigiona tutte le sue potenzialità di comprensione e di intelligenza. È utile soffermarci un istante sul famoso dialogo tra san Serafino di Sarov e il generale Motovilov. Motovilov era andato a trovare il famoso Staretz, attratto dalla sua fama. Gli pone la domanda classica, quella che è (o dovrebbe essere…) nel cuore di ogni vero cristiano: “Che cosa devo fare per diventare santo?”. Serafino gli risponde, “devi acquistare lo Spirito Santo, con lo stesso impegno con cui ti sei sforzato e hai faticato per diventare generale”. Motovilov gli risponde: “questo è difficile da capire”. La risposta di Serafino ci deve far riflettere: “è semplice per i semplici”. Dobbiamo diventare semplici! Quante occasioni di semplicità ci offre la vita!