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Il pensiero del giorno: Mt 1,16.18-21.24

19 Marzo 2018 - Autore: Don Piero Cantoni

« Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. […]. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. […]. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa » (Mt 1,16.18-21.24). 

Mi soffermo su quello che viene comunemente definito il “dubbio” di Giuseppe. In che cosa consiste questo dubbio? Il dubbio riguarda il da farsi di fronte ad un evento assolutamente insolito. Le interpretazioni sono tre: 1. Giuseppe, davanti al fatto che Maria è incinta, conclude che Maria gli è stata infedele. Essendo però misericordioso pensa di rimandarla in segreto. È l’opinione per es. di san Giovanni Crisostomo; 2. Giuseppe non sa darsi una ragione di quello che è successo. Conosce l’innocenza di Maria e constata tuttavia la sua incipiente maternità. È l’opinione di san Gerolamo; 3. Giuseppe è al corrente della maternità verginale di Maria, ma non comprende allora qual’è il suo ruolo in un evento così importante.

È l’opinione di san Bernardo di Chiaravalle e di san Tommaso d’Aquino. Quest’ultima opinione è preferita dai teologi cattolici contemporanei e anch’io la preferisco. I versetti che fanno difficoltà sono i vv. 20-21 che riportano le parole dell’angelo. L’angelo informa Giuseppe di un fatto che non sapeva o lo dà per scontato? In particolare il versetto 20 «  Ἰωσὴφ υἱὸς Δαυίδ, μὴ φοβηθῇς παραλαβεῖν Μαρίαν τὴν γυναῖκά σου·τὸ γὰρ ἐν αὐτῇ γεννηθὲν ἐκ πνεύματός ἐστιν ἁγίου » deve essere tradotto: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te la tua sposa Maria, “perché” il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo, oppure: “certamente” il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo? La nuova traduzione della CEI mette un “infatti” che lascia aperte entrambe le possibilità. La sintassi greca permette a quel “γὰρ” di assumere entrambi i significati, anche se il contesto biblico propende decisamente per il secondo significato. Cedo la parola a san Bernardo che spiega il passo meravigliosamente bene: « Perché [Giuseppe] voleva lasciarla? Senti al riguardo non la mia ma la risposta dei Padri [Bernardo è convinto, non a torto, che questa sentenza raccolga il consenso più valido dei santi Padri].

La ragione per cui Giuseppe voleva lasciare Maria è la stessa per la quale Pietro voleva allontanare da sé il Signore dicendogli: “Allontanati da me, Signore, perché sono un uomo peccatore” [Lc 5,8]; è anche la ragione per cui il centurione pregava Gesù di non andare a casa sua: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto” [Lc 7,6]. Per questo dunque, anche Giuseppe, reputandosi indegno peccatore, andava pensando di non poter condurre vita comune con una donna di cui riconosceva con profondo timore la stupenda dignità e superiorità. Egli vedeva, con sacro stupore, che ella portava il segno certo della divina presenza, e poiché non poteva comprendere questo mistero, voleva lasciare la sua sposa. Pietro ebbe paura della grandezza della potenza di Cristo, il centurione ebbe timore della maestà presente in lui; anche Giuseppe, poiché era un uomo, ebbe spavento per la novità di una meraviglia così grande, per la profondità del mistero. Per questo decise di lasciare segretamente Maria.

Tu ti stupisci che Giuseppe si giudichi indegno della compagnia di questa vergine incinta, e vedi santa Elisabetta che non riusciva a sopportare la presenza di lei se non con reverente timore. Perché ella dice: “In grazia di che cosa mi è concesso questo favore, che la madre del mio Signore si degni di venire a me?” [Lc 1,43]. Ecco dunque perché Giuseppe voleva lasciarla ». Quanti insegnamenti in questo silenzioso atteggiamento di Giuseppe! Soprattutto oggi, in cui la tendenza a giudicare tutto di tutti è così diffusa… In cui il non sapere è così facilmente riempito di giudizio crudele e senz’appello, in cui l’ignoranza diventa il facile pretesto per un sapere diabolico e distruttivo. Giuseppe è un giusto e l’uomo giusto è colui che si ritira rispettosamente davanti al misterioso intervento di Dio. San Giuseppe ottienici un cuore umile, silenzioso, prudente e giusto come il tuo!

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