« Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi » (Mt 13,54-58).
L’insegnamento di Gesù era già stato causa di stupore (Mt 7,28), ma c’è stupore e stupore. C’è una meraviglia che è espressione di ammirazione e fiducia e una che manifesta solo sospetto e paura. A Nazaret Gesù è accolto con sospetto e paura perché viene a sconvolgere una conoscenza acquisita. La gente è incredula, perché crede di sapere già chi è Gesù e non è aperta alla profondità del mistero che dischiude la sua Persona. Proprio il riferimento ai fratelli e alle sorelle di Gesù apre anche a noi una prospettiva misteriosa a cui forse siamo troppo abituati. Quali sono le origini di Gesù? È veramente nato a Nazaret? È figlio dell’uomo o figlio di Dio? Qui diventa evidente come la vera devozione a Maria apre il nostro cuore alla profondità del mistero di Gesù, lo sottrae alla superficialità e all’astrazione di quello che “crediamo di credere” e ci fa entrare nel vero stupore del figlio dell’uomo che, nel ventre di Maria è stato – insieme – Figlio di Dio. Se ci lasciamo plasmare da questa devozione diventiamo anche noi “figli nel Figlio”.